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stere come comunità). L'unica risposta alla marginalità storica è stata l a

emigrazione, cioè lo spostamento verso i l centro. Nella marginalità storica

si sviluppa propriamente l a cultura della miseria. A differenza della po-

vertà nella società pre-borghese, questa miseria è già relativa, nel senso

che viene misurata con la possibilità di uscirne, possibilità che esiste con-

cretamente altrove (nel centro). L'integrazione c'è solo come unificazione

nazionale, nella forma. di controllo amministrativo e politico del centro sul-

la periferia. Questa situazione, durata fino al la seconda guerra mondiale,

è caratterizzata dalla separazione tra centro e periferia, in termini territo-

riali e di popolazione, tra

ci ttà e campagna, t ra Nord e Sud.

(b) La fine di questo dualismo si ha a partire dal 1950: l a marginalità

storica termina grazie alla guerra stessa, e poi sempre più tramite lo svi-

luppo accelerato che, pur concentrato nel Centro-Nord del paese, trascina

tutte le altre regioni. All'inizio del processo e durante i l primo decennio,

prevale l'aspetto di dominazione di una parte sull'altra, attraverso lo spo-

glio delle risorse del Mezzogiorno. I canali con cui si effettua sono: emi -

grazione, penetrazione crescente dei prodotti di largo consumo (Nord) nel

mercato meridionale, incetta d i prodotti primari soprattutto agricoli per

la lavorazione esterna, assorbimento del risparmio accumulato per un in-

vestimento nelle regioni più industrializzate. Successivamente, soprattutto

attraverso l'intervento pubblico straordinario (che doveva adempiere al la

funzione di stabilità del sistema politico e poi d i allargamento della base

territoriale industriale), i l Mezzogiorno cessa definitivamente di essere una

realtà omogenea, polarizzandosi i n realtà estremamente differenziate, eco-

nomiche sociali e territoriali. La nuova differenziazione che tende ad emer-

gere da questo processo di sviluppo ineguale ridefinisce la marginalità e la

privazione, cioè il sistema della diseguaglianza e delle contraddizioni. La MS

viene sostituita da quella che potremmo chiamare

emarginazione nello svi-

luppo

(EM) : prodotto del coinvolgimento nel processo di sviluppo ineguale

e della gestione compensatoria della marginalità. Si tratta dell'assorbimento

di una parte della periferia nel centro, che rimane però esclusa da una ef-

fettiva partecipazione ai vantaggi dello sviluppo, o almeno, se riesce a pro-

cacciarsi in una qualche dimensione l'apparenza della partecipazione (sem-

pre in forme subalterne), questo avviene a prezzo di una maggiore esclu•

sione-deprivazione i n altre. I n questo caso l a privazione diventa propria•

mente

deprivazione relativa,

cioè mediata dal meccanismo dei gruppi d i

riferimento.

Contrapponendo i l neopauperismo prodotto dalla destrutturazione della

periferia e dalla forbice urbanizzazione-industrializzazione alla miseria tra-

dizionale, l a marginalità storica all'emarginazione nello sviluppo, si vuole

solo sottolineare l a specificità delle contraddizioni attuali e quindi l a ne-

cessità di nuove interpretazioni dei bisogni e degli interessi dei gruppi su-

balterni. Le analisi che non colgono questa specificità tendono a sottoli-

neare eccessivamente l a continuità con i l passato contribuendo all'appa-

renza e all'ideologia dell'arretratezza, proponendo obiettivi d i lotta inade-

guati a l livello attuale delle contraddizioni, e tal i comunque da non favo-

rire l a saldatura t ra i settori più avanzati e quelli più sottosviluproati, e

quindi anche tra operai e contadini, tra Nord e Sud.

Per quanto riguarda l a deprivazione relativa si deve considerare che

essa, da un lato tende a ridurre i l potenziale conflittuale, abbassando l'oriz-

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