

mente corporative e soprattutto con gli operai e gl i studenti duramente
sconfitti o in ripresa.
Per tutto questo i contratti sono forse più importanti che nel '69.
Non sono certo l'unica scadenza, o la scadenza risolutiva. Sono però una
tappa importante della stabilizzazione e del rilancio del movimento (o
della sua sconfitta) e della dosatura dei nuovi equilibri di potere. Si ha
l'impressione che questa volta s i firmeranno insieme contratti, uni tà
sindacale e governo.
I giochi non sono ancora fatt i . Non c'è nessuna correlazione t ra
successo o insuccesso elettorale e livello reale delle lotte, caso mai c'è
una correlazione inversa (e i l '48 insegni). C'è anzi una correlazione
diretta con l a stabilità economica e pol itica del sistema. Quando l a
configurazione politica è stabile e quindi al le spinte operaie s i può
lasciare spazio, quando l'economia è in ascesa e quindi è alta l'occupa-
zione e gl i operai premono per recuperare parte del loro prodotto e
perchè i l mercato del lavoro è teso, allora le lotte sono fort i . Quando
accade l'inverso, dato che la sinistra, tutta la sinistra, anche quella che
dice di averla, non ha una strategia eversiva, oggettivamente e sogget-
tivamente, le lotte sono deboli. Questa volta le cose sono un po' a metà.
I l movimento è ancora in piedi ma lo spazio, sia economico che politico,
non è mol to e l a resistenza, anzi l'attacco, padronale sarà duro. Per
questo la posta in gioco e alta ed è alta• l'importanza delle componenti
soggettive delle scelte, delle organizzazioni, dei part i t i , dei mi l i tant i
operai.
La situazione sindacale
L'unità sindacale è sembrata per qualche anno uno dei pochi ele-
menti stabili su cui basare le previsioni politiche. Nessuno può gover-
nare l ' I tal ia contro un sindacato unitario che abbia le caratteristiche
organizzative e ideologiche d i quello italiano (centralizzazione, preva-
lere delle confederazioni sui sindacati• d'industria, inesistenza dei sinda-
cati d i mestiere, forte presenza comunista). Questo non vuol dire che
sia impossibile governare un paese contro gl i operai: d i fatto tut t i i
paesi capitalistici sono governati contro g l i operai. Vuol di re che è
impossibile governare un paese contro g l i operai organizzati e senza
creare una qualche forma di mediazione tra gl i interessi degli operai e
il governo (dello stato e delle fabbriche). Non si fanno funzionare perma-
nentemente le fabbriche di un paese capitalistico avanzato con la repres-
sione. La repressione può essere un modo per spezzare una particolare
organizzazione operaia una volta. L'azienda sa che paga per questo un
costo in termini di strumenti repressivi che vanno pur creati e mantenuti
e in termini di mancata produzione, ma ritiene che siano in gioco suoi
interessi vitali e sceglie la lotta. Ma dopo la repressione, se ha vinto, sa
di dover gestire la pace e d i dover i n qualche modo trattare con gl i
operai. Giovanni Agnelli, nonno, come Gianni Agnelli, nipote, sapeva che
ci sono sempre tre vie per tentare d i battere gl i operai: prevenire le
richieste operaie, concedere ciò che gl i operai chiedono, lottare (vedi i l
Giovanni Agnelli
d i Castronovo e una dichiarazione d i Gianni d i t re
anni fa). Cinquant'anni f a Giovanni scelse l a repressione e appoggiò
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