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Francesco Ciafaloni

OPERAI E SINDACATI ALLA VIGILIA DEI CONTRATTI

Tornano a scadere nel '72, come già nel '69 (con poche variazioni),

i• contratti di quasi quattro milioni e mezzo di lavoratori. Scenderanno

in lotta, in particolare, un milione e quattrocentomila metalmeccanici,

duecentocinquantamila chimici, settecentocinquantamila edili.

La situazione politica

E' inutile dire che il clima politico, la situazione economica, i rap-

porti di forza sono ben diversi da quelli del '69. Le elezioni, certo anche

in seguito all'uso accorto della «strategia della tensione», ma soprattutto

per ragioni profonde, economiche e sociali, hanno fatto registrare i l

primo spostamento a destra del paese da venticinque anni a questa

parte, spostamento che il perdurare dell'ascesa comunista, praticamente

ininterrotta dal '46, non riesce a coprire. Non si può infatti dimenticare

che la DC, i l partito che oramai da venticinque anni si identifica con

lo stato, ha ottenuto il suo innegabilesuccessodopo una campagna elet-

torale di destra e che il voto comunista, alla cui sinistra non c'è stata

che rovina, è stato in parte anch'esso un voto per la stabilità. La cam-

pagna stampa, l'uso propagandistico della violenza, le stesse bombe di

piazza Fontana non possono aver creato i l fenomeno, lo hanno solo

fatto precipitare; e hanno influito tutt'al DiÙ sulla configurazione di

dettaglio del quadro e sulla distribuzione dei suffragi all'interno della

destra e della sinistra. La crisi economica, in parte manovrata, i suc-

cessi degli operai, la protesta degli studenti hanno provocato la reazione

dei padroni, dei redditieri più direttamente attaccati, di parte delle classi

medie, di parte degli emarginati, che a sudhanno votato quello che, dopo

tutto, è il partito più estraneo, fino ad ora, alla macchina del potere.

La situazione tuttavia non è assestata. L'operazione politica comin-

ciata all'indomani dei contratti del '69 e che ha avuto ed ha come prota-

gonisti le classi, i gruppi politici, i centri di potere economico, le

burocrazie che

già

governano lo stato,

sono

lo stato, non sembra con-

clusa. I l voto che ha riconfermato l'investitura della Democrazia Cristia-

nanon sembra aver determinato l'alveo definitivo in cui si riassesterà il

sistemaeconomico ed istituzionale sia nel senso che le volontà esplicite

(il gruppo dirigente democristiano, le aziende di stato, i capi italiani)

chehannodeciso quello che non sappiamo ancora se sarà unmutamento

di rotta o un lungo «detour» non sembrano soddisfatte dei risultati

raggiunti, sia nel senso che i l complesso di scelte politiche reali che

costituiscono il mutamento (le scelte politiche delle aziende di stato e

private, le alleanze di governo, la politica delVinformazione di massa, le

scelte della magistratura) non hanno ancora incontrato ostacoli tali da

farle tornare sulla vecchia strada. L'economia non è ancora in ripresa;

l'unità sindacale è stata per ora bloccata, silurata anzi, malgrado il con-

trario avviso dei metalmeccanici, creando una situazione che rassomiglia

per alcuni aspetti, ma solo per alcuni, al '48.

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