

Il fenomeno sociale profondo che lo spostamento a destra riflette
èancora una volta la saldatura tra gli interessi dei capitalisti grandi e
piccoli e dei funzionari del capitale di stato con quelli delle classi e
dei ceti che i l mutamento sociale avvenuto negli ultimi venti anni ha
colpito (come la piccola proprietà, soprattutto al sud, o alcuni strati
della piccola borghesia, professionale e commerciale) o che dipendono
direttamente dalla stabilità e dalla sicurezza dello stato.
Lospostamento tuttavia sembra avere dei limiti abbastanza deter-
minati. Da un lato i partiti della sinistra, in particolare i l partito
comunista, non sono espressioni puramente parlamentari ma sono pro-
fondamente radicati nella struttura stessa della società e dello stato,
anchese non, o non solamente, come espressione della classe operaia. I
comunisti amministrano due regioni e centinaia di comuni, controllano
cooperative, attività culturali e assistenziali, organi di stampa, sono
gran parte, con la scomparsa del Psiup grandissima parte, del massimo
sindacato italiano. Tutto questo non sparisce per volontà del potere.
Tutto questo è già parte del potere. Dall'altro non riusciamo a vedere
quali possano essere le possibilità strategiche reali del fascismo alla
Almirante. Meno ancora di un golpismo militare, non sostenuto da un
movimento di massa, che esisterà senz'altro in pectore, che tutti temiamo
conquel particolare timore che si riserva alle coseche non si conoscono
esu cui non si può influire, imache chi detiene ora il potere certo cono-
scee forse farà restare in pectore per sempre. Non ci sembra che ci sia
piùposto per popoli di signori, perchè ci sono già troppi signori a con-
tendersi il mondo con armi irraggiungibili ai fascisti nostrani e perchè i
supposti servi si difendono bene. Uno stato corporativo di fatto esiste
già in Italia e rico ha bisogno di Almirante per rafforzarsi. I grandi
padroni italiani hanno pagato una volta un fascismo vincente e ne sono
stati travolti; è probabile che vogliano giocare carte più sicure e più
accette agli europei con cui nonpossono fare ameno di integrarsi. Soprat-
tutto non si vedono un movimento di massa, una produzione culturale
tali da far pensare alla reale sostituzione di un apparato politico e cultu-
rale da parte di un altro. E' più probabile che Almirante faccia, in sedi-
cesimo, la sua politica del doppio binario e cerchi di contare di più a
livello di potere e di assestarsi in qualche modo per quando, prima o
poi, i suoi notabili lo pianteranno« per tornare a più sicuri lidi e i
suoi elettori sottoproletari scopriranno che lui è. coi padroni. I l nuovo
«fascismo» italiano, adeguato a una società industriale (in parte), è quello
cheabbiamo già e che non senza problemi ora si riassesta.
All'interno di questi limiti sono tuttavia possibili più soluzioni e
tendenze sia nel sensodelle coalizioni di forze politiche che prevarranno,
sianel sensodei meccanismi di potere formalizzati o no che prenderanno
forma, sia, cosa che più importa, nel senso della forza e della vitalità
delleorganizzazioni di classe, delle condizioni di vita, di lavoro, di libertà,
che si stabiliranno. Cioè l'equilibrio potrà temporaneamente ristabilirsi
conl'esclusione permanente della sinistra o con la sua inclusione nel-
l'area di governo, con maggiori o minori cedimenti, con organizzazioni
sindacali unitarie o divise, ancora espressione della base operaia o total-
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