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te,

I .

D.: Perché considera inacettabile l ' idea d i uno scrittore non impe-

gnato?

R.: Perchè considero inaccettabile la negazione del la lot ta umana.

Da questo punto d i vista credo che i l romanzo del lo sguardo sia ma l

inserito nella realtà. Anche se è un fatto di cui bisogna tener conto, anche

se dobbiamo riconoscere che non è una moda, uno snobismo, ma una

determinazione degl i autor i a voler riprendere l e cose dal loro punto

di partenza. E ' giusto liberare dai mi t i persone e cose, ma bisogna che

questa liberazione avvenga a l l ivel lo del la lot ta dell'uomo per la vi ta.

In altre parole, lo scrittore è un uomo totale che deve esprimere l'uomo

totale. Cie, non vuol di re che s i debba abbandonare l a psicologia, che

sia necessario cadere nel semplicismo, ma che guando R.-Gri l let scrive

un romanzo del lo sguardo s i automut i la nel la misura i n cu i mut i l a

i l mondo.

D.: Insomma R.-Grillet nei suoi l ibr i non è più se stesso?

R.: D i r e i piut tosto che l o è suo malgrado. Troviamo i nfat t i ne i

romanzi d i R.-Gr i l let t emi anal i t ici profondissimi, come pe r esempio

nel « Voyeur » dove oggetti d'ogni sorta sono collegati ad u n at to d i

violenza e rappresentano un'ossessione acutamente soggettiva. Ma quan-

do leggiamo l e teorie d i R.-Grillet, possiamo constatare che egl i nega

tutto cis?) che v i è d i profondo nel « Voyeur », rimane anzi sconcertato

quando gl iene parliamo, come se questa profondità l'avesse raggiunta

suo malgrado. Vorrebbe infat t i rimanere su di un piano i n cui l'oggetto

fosse conosciuto i n v i r t ù d i un rapporto mol to p i ù int imo. Ma non s i

raggiunge un' int imi tà profonda con una cosa quando ci si l imi ta a guar-

darla. Per me uno scrittore è totale quando esprime non solo l e cose

che vede ma anche quelle che non vede e che c i sono dentro e fuor i

di lui.

D.: Ma ciò non significa imporre allo scrittore un canone particolare?

R.: No , perchè i o dico che l o scrittore deve esprimere l a condi-

zione umana e non che deve esprimerla in questa o quella maniera. Del

resto hanno raggiunto lo stesso risultato scri ttori par t i t i da presupposti

diversi: Svevo e Kafka per esempio, o scr i t tor i che s i esprimono con

linguaggio del realismo socialista. Più che i l metodo adottato conta l'esi-

genza d i descrivere l a lot ta per la v i ta: ecco cos'è per me l'impegno.

Kafka v i è r iusci to partendo dal la sua psicologia, da l suo essere e,

• contemporaneamente, dall'ambiente ebraico che lo condizionavano: u n

ambiente nel quale era, insieme, integrato e disintegrato.

D.: R . Gr i l let ha dichiarato che sta a no i spettatori mettere ne l

f i lm quel che vogliamo (« L'anno scorso a Marienbad »).

R.: Questo è falso perchè i fatt i si impongono al pubblico attraverso

i l f i lm e i l l ibro: se vedo un uomo che ne uccide un altro, tale avveni-