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DA UN'INTERVISTA A J. P. SARTRE

DOMANDA / /

recente romanzo francese i n quale f i lone tende ad

inserirsi?

RISPOSTA: I l romanzo della « scuola dello sguardo » cerca un

modo di espressione diverso, più che una maggiore individuazione dei

personaggi. Credo che in taluni esponenti di questa tendenza, in Robbe-

Grillet per esempio, esista una volontà di estetismo che l i riduce ad

abbandonarsi interamente al procedimento tecnico. Essi vogliono rinno-

vare la visione del romanziere e offrire al lettore qualcosa di diverso da

quel che gli si offre di solito.

D.:

Non le sembra comunque positivo lo sforzo di liberare i l lettore

da tut t i i mi t i t ipici della nostra sensibilità borghese?

R.: E ' evidente che i lettori sono in gran parte borghesi, che lo

scrittore è quasi sempre piccolo-borghese e che lettori e scrittori sono

rimasti a lungo aggrappati al miti di questo loro mondo Perciò lo sforzo

di descrivere le cose nella loro nudità, senza i condizionamenti tipici

della sensibilità borghese. è un rinnovamento abbastanza radicale e di

per sè interessante. Sia che si tratti di un modo di ricercare la totalità

che non si compie mai come in Butor, sia che si tratti come in Robbe-

Grillet di un bisogno di riprendere gli oggetti nella loro nudità, i l feno-

meno è sempre di notevole interesse.

D.:

Non crede però che questa tendenza possa essere anche per i -

colosa?

R.: SI . Pericolosa e schematica. La « scuola dello sguardo » ha i l

torto di presentare gli oggetti quali appaiono al semplice sguardo, men-

tre di fatto gli oggetti che vediamo appaiono a tutta la persona. cioè

non solo ai sensi, ma anche in una prospettiva dinamica rispetto all'azio-

ne di chi guarda. Di conseguenza, i l « puro sguardo » è pericoloso, per-

chè rischia di presentare una specie di ricostruzione onirica della realtà,

pretendendola più reale di quella vera, di quella cioè che ci circonda,

ci costringe a difenderci, ci compromette e fa agire.

D.:

I l fatto che mol t i aspetti del reale siano stati soppressi ha dato

luogo i n I tal ia ad una certa diffidenza nei confronti di alcuni d i questi

libri. S i è addi r i t tura parlato d i manifestazioni cul tural i retr ive, spie-

gandole p i ù o meno i n questi termini : Quando u n romanzo non dice

niente, vuo l di re che non può p i ù d i r niente perchè ha inibizioni d i

tipo sociale.

R.: Mi pare che sia ingiusto. Non che non ci sia del vero in questa

interpretazione, e che non esista in una «certa misura uno sforzo di sviare

la letteratura dal suo fine reale che è quello di esprimere l a totalità