

Una esecuzione sommaria d i atteggiamenti « elusivi », fare un pro-
cesso e giust iziare c i sembrerebbe t roppo semplicistico e sarebbe da
parte nost ra eludere l e ragioni rea l i d i quell'atteggiamento elusivo.
Analizzando piuttosto lo scritto, troviamo, a mio avviso, meno generi-
camente e p i ù specificatamente, l'esaltazione ret tor ica d i una « fuga
metafisica » — come di un'ascesi irrazionalistica — posta quale supremo
atto d i l iber tà e d i soluzione d i una cr isi , d i u n conf l i t to non cono-
sciuto — o non accettato — nei suoi termini real i-sociali, anche se acu-
tamente avvertito.
Al d i là delle f inzioni « metafisiche », tuttavia, e del le spinte eva-
sive, s i put, scoprire — e valorizzare i n cer t i l imi t i — una « ricerca »
e una « umanità » che obiettivamente e violentemente met te a fuoco
i l tema della l ibertà del l ' individuo contro le soffocazioni che un assetto
sociale opera ai danni di questo individuo, schiacciato, muti lato ed estra-
niato da se stesso, prigioniero d i forze estranee incontrollate e incon-
trollabili.
Certo qui i l discorso si complica, si allarga e si precisa; incappiamo
nel solito concetto, spesso deformato e « metafisicizzato », d i
alienazione
umana.
D i essa i l marxismo delucida l 'or igine concretamente storica
ed economica: t u t t av i a a noi , pe r i l momento, non interessa alcuna
professorale ed immediata « delucidazione ». Una vo l t a stabi l i to che
esiste i l « problema della l ibertà », o che esiste — dopo i l problema del-
l'alienazione — i l problema della « disalienazione » (dato che, se l 'al ie-
nazione o i l t ipo o i t i p i d i essa che noi conosciamo hanno una precisa
matrice storica, vengono anche riconosciuti nel carattere relativo stori-
camente transitorio), r isul ta chiaro che volendo discutere e vagliare le
possibilità rea l i
d i questa l iber tà, dobbiamo calarci e discutere de l
«contesto », del la società, del le classi (che Vi t tor io De Capraris deno-
mina pudicamente « categorie »), pe r chiar i re l a natura de i rappor t i
che intercorrano f r a l ' individuo e l a società, l ' individuo e l a classe,
la classe e la cultura, tra le classi (rapport i di lotta), per districare questi
intricati rapport i riuscendo finalmente a situare se stessi i n un mondo
«conosciuto » e « negato » at t ivamente e d efficacemente quando s i
scopre che l'esigenza « umana », la « propria » esigenza coincide con l a
necessità storica del la lot ta anticapitalistica e del la rivoluzione pi 'ole-
tana. Fare opera concreta d i storicizzazione, vincere progressivamente
le sollecitazioni al l '« irrazionale »,
vincere l'inconscio, cioè Hi t ler.
L ' i n-
• d i v i d u o deve storicizzare l ' individuo « introietto », cioè « estrovertirlo »
per consentirgli d i comprendere l e ragioni (che al t r iment i diverranno
metastoriche, meramente psicologiche) e la validità di quella introiezione
e di quel monologo interiore che ora per forza si evolve e si emancipa
tramutandosi nel suo opposto, divenendo cioè dialogo,
socializzandosi,
per ricusare l'esasperazione e l a disperazione nichi l ist ica d i u n inte-
riorismo malato, patologico.
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