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Noi, ben lungi da ogni sterile e manichea contrapposizione frontale

e da ogni « polemica a tut t i i costi », dopo aver sottolineato l'« equivoco »

e l '« insidia » profonda, ri teniamo realistico, dovendo inf ine giudicare,

parlare delle posizioni dei giovani sunnominati come d i

posizioni po—

tenzialmente « anticonformiste » e potenzialmente reazionarie, i n t en -

dendo che un certo t ipo d i protesta put, essere una val ida piattaforma

per un discorso ulteriore come anche rappresentare i l discorso definitivo.

Io, ad esempio, a l marxismo, a l par t i to socialista p r ima e dopo a l

partito comunista, sono ar r ivato passando attraverso quell'esperienza

di introspezione psicologica-surrealistica e d i estenuato monologo inte-

riore e d i individual ismo-anarchismo, ingradient i t i p i c i ques t i c h e

caratterizzano una mental i tà decadente, ma che costituiscono anche

oggi, mi pare, i momenti inizial i di una presa di coscienza rivoluzionaria

da parte dei giovani.

L'elemento d i rot tura s i manifesta nei fenomeni

di r i vo l t a anarchica e individual ist ica con t ro l'organizzazione de l l a

società (una società capitalistico-monopolistica che subordina ogni valore

alle esigenze espansive del massimo prof i tto), n e i fenomeni d i vuoto

interiore e d i sol itudine. ( I l vuoto inter iore, l a « crisi » che a l cun i

«sopprimono » aggrappandosi a i « caduchi » va l or i « eterni », assolut i

la religione — a inattaccabili e consolanti certezze-fortezze metaf i -

siche. « Senti », senza « comprendere », d i essere oggetto puro, cosa

disumanizzata, merce come qualsiasi al tra merce i n un « sistema » fon-

dato sul valore di scambio e sul denaro, — non soggetto, padrone « so-

ciale » — col lettivo del l ' industria e d i t u t t i g l i st rument i del la civi l tà

moderna).

Ma quel l i che i n un pr imo istante sono da considerarsi come ele-

menti positivi, anche nella confusione e nella mancanza d i una 4x vera »

coscienza rivoluzionaria, perdurando al di qua di una maturazione e d i

una chiarificazione che costruisca un modo d i vedere a l massimo im-

personale, compiutamente oggettivato e compiutamente « critico », r i -

schiano d i dar vi ta al la commedia e al la tragedia dell '« intellettuale d i

sinistra », « aperto » f i n che volete ma sostanzialmente « ignaro » de l

mondo, e tendente ad assuefarsi allo « schema-sistema » che lo opprime

dirottando l a sua « protesta » con t ro u n a ast rat ta e indeterminata

società generale che finisce appunto col coprire e giustificare, i n ul t ima

istanza, la ben concreta e determinata società borghese.

Ji marxismo, a l contrario, signi f ica rovesciamento, svol ta r i vo l u-

zionaria: assumere attraverso una inflessibile « partiticità » i l punto d i

vista del proletario e distruggere, non solo coi discorsi, ma anche coi

fatti, i valor i borghesi storicamente superati, per sost i tui r l i con nuov i

valori proletari, più val idi, più giusti, più razionali, — quindi un atteg-

giamento ol tre che distruttivo, costruttivo, positivo, che non tol lera l e

reticenze romant iche e personalistiche t i p i che d i un ' « individual ità-

solitudine » borghese, anche se non ha l a pretesa d i cancellarle auto-

maticamente con del le formule astrattamente avvenirist iche e o t t i -

mistiche.

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