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Amadio Omobono è un buon borghese: i l « suo » commercio, « sua »

moglie, la domestica, i l Borgogna, l'anatra con le castagne. Coe si pre-

senta i l protagonista di «

Biedermann ».

E tuttavia, nonostante la sua

posizione sociale e morale, Amadio Omobono finirà per consentire ed

anzi per contribuire all'incendio e al la distruzione — addirittura

della città. E ' evidente che Omobono non vuole una conclusione del

genere; ciononostante vi giunge, in poco tempo, senza subire violenze,

con naturalezza. I n che modo? Diremmo trascinatovi da tutte l e sue

contraddizioni, ipocrisie, viltà. Omobono — orizzonti stretti, pigro, co-

dardo s ' imba t t e a un certo punto in una realtà completamente diversa

dai suoi schemi, addirittura i n due incendiari (vagabondi, gente che

vive alla giornata, che distrugge per divertimento, umanità libera, che si

permette qualsiasi rischio, che recita, affascina, trascina - i l corso della

storia? le nuove forze sociali? i giovani?). La sua superficialità, man-

canza di coraggio, incapacità di comprendere la realtà e di affrontarla,

gli consentono solamente dei compromessi. E' i l suo massimo. Senonchè,

di compromesso in compromesso, Omobono arriva al catastrofico epilogo

che abbiamo visto più sopra.

«

Andorra

» — che per i temi trattati si può accostare alla «

Visita

della vecchia signora

» di Dürrenmatt — è una pagina violenta contro

il cittadino medio, i l c.d. buon cittadino, incapace di scegliere delibera-

tamente la violenza e i l massacro o comunque di consumare un qual-

siasi delitto comune, ma la cui viltà, i l cui atteggiamento passivo e in-

differente permettono e quindi cagionano, la perpetrazione di una serie

di crimini, uno più assurdo dell'altro. Come sempre, i l tema di fondo

è una decisa sfiducia negli uomini, che — nel caso di Andorra — potreb-

bero essere i connazionali di Frisch — consapevole o no che ne fosse

l'Autore durante i l concepimento dell'opera — gl i abitanti d i quella

Svizzera tanto soddisfatta della sua neutralità e floridezza economica,

entrambe in serio pericolo di assumere l'aspetto soltanto della colpa.

Attacco quindi e sfiducia nell'uomo: sta bene; occorre tuttavia aggiun-

gere che i personaggi della commedia che incarnano i l modello del cit-

tadino medio, e cioè i l maestro falegname (praticamente un imprendi-

tore), e l'oste (esercente e proprietario), i l frate e i l medico, apparten-

gono tutti al mondo borghese, che ci avverte della sua presenza attra-

verso i l riconoscimento della proprietà, del profitto, dei servi e dei

padroni, del nazionalismo e del razzismo, dei pregiudizi religiosi, del

paternalismo ,della conservazione e della incultura in genere.

Si è molto parlato dei rapporti tra Frisch e Brecht. I n effetti, Frisch

ha mantenuto la rottura col teatro tradizionale, col dramma privato che

trascinava lo spettatore nell'azione scenica, emozionandolo, suggestio-

nandolo e in definitiva alienandolo. Frisch ha capito troppo bene che

l'uomo moderno è assillato da una infinità d i problemi, strettamente

collegati uno all'altro, che i problemi del singolo individuo sono oggi

i problemi di tutti e viceversa, e che d'altra parte gl i uomini dispon-

gono di sempre meno tempo e sono sempre meno disposti a lasciarsi in-

cantare e trascinare da una qualsiasi rappresentazione, per non mante-

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