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LETTERE

att<:nto e persino

il

gesto dell'at –

tore.

Per intenderci, esaminiamo un

passo

dell'A-ulula ria

di

Pianto.

Euclione, l'avaro, batte la serva

Stàfila

percl1è

è

convinto

che cl1a

voglia scoprire dove

è

nascosta

la pignatta piena di monete d'o–

ro : •

Oh,

sono certo che non vidi

mai - serva

più

sccl1crata

! -

E ho gran paura che perfidamen–

te - sotto sotto ricsc-e ad aggi–

rarmi - e a fintar dove. il gruz.-

~;~\0

t!sfo

35

bti~

0

0

1

C•r~~~~

1

~ ~~r s~

sionc psicologica che qui va per–

duta : • Scelestior,:-m me hac atrn

~rt<:, scio - vidìsse numquarn,

nnmsque ego han c mctuo male

- ne mihi ex insidiis vcrba im–

prudenti duit - ncu pcrscnt iscat

aun1m ubist abscond itum •· Eu–

<:lionc, insomma, nella tema di

un n_i.alanno~in!magina di essere

raggirat o,

dt

dire parole impru–

dent i, e che, in tal modo,

la ser–

va sia messa sulla traccia dell'oro

nascosto: con tre passaggi

di

pensiero e d'accento che doveva–

no essere gustat i non solo dai

kttori

ma anche dagli spettatori

quando

li

sentivano recitare.

GOFFREDO BF.LLONCI

E UGEN IO GAL \'ASO.

Un misterioso

abbraccio.

Firenze,

Vallecchi,

1946.

k

possibilità

e

i

limiti dique–

sto scrit tore si vedono bene

nei

primo racconto, che

il titolo

al

libro ; dove m1'i11t11izionepsieolo–

ckamente

delicata

~

profon da

(l'impulso che spi-nge una bambi•

na a morsica re il bambinetto che

la abbraecia.

e la

reazi<me dolo–

msa e stup ita di que91.i),

è

piut –

tosto intravvista che scavata fino

in fondo, restando

a

metà,

fra

sentimenta le e crepuscolare., ma

non sen za indirizzo d1 un'1mm1-

nente soluzione poetira sul confi–

ne della favola. In questi limiti,

tutt.i

i

racconti del Galvano oono

notevoli, e coerenti a un sol fine;

ancl1c

dove egli Sf'.mbra riecheg–

giare

il

Comisso

(N:itwra,

Ore

,n

paese),

quel che lo attrae

è

il

Co–

misso favoloso e semp re un po'

~~~: !

1

t;11:;1~.;i;:ite;~~~1~:~

di cui

è

pieno non si diste ndano

nel

mestiere,

d\

cui

il

~egno

è

app11nto la 1ac11ità degli etlett1

sentimentali

ùi cui

troppo

prcs.to

sembra contento.

A11R11:--0 T tu au:~.

1'ciiipo nostro.

Con prefazione di ~,uigi Salva –

tc,relh . Roma, Bard:, 1946.

Son qui racrolti 38 articoli d1

giornale, su vari argom<'nli di

po–

litica e sociologi a; e gli anni pas–

sati

dal

loro pruno ap.iarire

11011

li ha1110 punto mvecchiali. Vi s1

ritrova int,,tta la meravi gliosi

fa.

c:ilità, che fu propria del Tilgher,

di

ridurre

i

concett i

ali

'essenziale,

chiarificandoli;

e

qu.i.lchc dism –

\'oltnra nell'opera di sia tesi, qual–

che

battuL"\ 11moristlc1

di

dubbio

stampo, e magari anche talvolta

ouak hc scorret tezza di dettato .

SOno

i

difetti

di quella vi1tù , e di–

ciamo il segno meno j!t.'.\lo della

loro origine giornali~t ica. Ma so–

no difetti cp1sodici,

<:

come brn•

dati dalla alacrità di tntercssi,

dalla prontezza

di

adesion e, che

~~

11

~Uoll!!i{~:

1

n

11

~f1/!u~;v :Nl/~:

altro che un mero divul~atore,

come sa del resto chi non 1gnora

il tono energico, amaro del pen–

~iero in proprio del Tilg·her- la

relati vità della morale. la • sto–

ria-<:aso

1.

lvi

è

anch~ la spina

dorsale di questi capitoli, ivi

il

segreto

per

cui egli può re11dere

il

pensiero altrui senza impoverir–

lo

in

uno schema preorclinato,

co–

me accade ad altri pensatori, 9C-r

alt ro verso tanto maggiori di lui,

ma che sotto questo aspetto risul

tano molto più. poveri,

GOl!THlt-ScHIL LF.R.

Carteggio .

,,_

curn di A. Rantang<'l.... Torino,

Einaudi, 1946.

T

.'ampia scelta, che qui si

p11b–

blica,

del famoso carlt>,:Jlio,basta

.-erfamente a docume:1!tarne

J'i11-

teresse e darne il ~arattcre; fa.