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LET'fEI?E
fatli
sig"nifi~a " come
\"Cdi •
e non
" gu arcfa •; ma
è
pu r ~t retto
~
seeglic rc tra valori fomct e valori
d'immagin e: per
conscrYarc
la
• u , accentata alla fine dei due
ultimi versi deve appoggiare !<ulla
parola «fiume• a111.ichè su ,ge lo,.
Ma
è
tuttavia una ·traduzione buo–
na, assai migliore di quella, im–
pacciatissima
di
Frauce sco Pa–
stonchi. Guido Vitali nel volume
delle
Odi
di questa edizione za–
nichcllian ..
1.,
richiama l'attenzione
su • candidmu • anzicbè su • al–
ta •.
SII • OIIIIS •
meglio che su
e laborantcs , : cosl :
i
Vedi il
So–
ratt e come tutto
è
candido - per
l'alta UC\'C, Già le sck c C<'douo -
fiaccate dal peso,
ed
i fiumi - si
sono rappresi per l'acuto gelo,.
Non bisogna dimenticare per com-
g~~~Ì~,r~,::1
~;~ ~l~.
t~,:::~cll !
traduzi oni : " nulla cosa per le–
game mO!\aico armoni,,,,.'\ta si pt:ò
della sua loqnefa in altra
t1asmn•
tare sem:a rompere tutte sue dol•
cez1,e e armomc •.
PasMndo a Virgilio, troviamo
un
poeta
ormai, meglio c:he ro–
mano, it.'lliano in lingua latina,
non piit chiuso in un poderetto
sabino come
il
suo amico di Ve–
nosa,
ma
oon la visl.'\ aperta al
p.'tcsaggìo dh·ersamentc bello del–
la tx:nisola e con un sentimen to
sociale e religioso nuovo.
Il
tra –
duttore de,•c rendere questo di–
verso spirito.
e
la varietà e
i
toni
di
quella lingua che sentiamo
parlata da un setten trionale che
m
Roma vede la città alla qn:tlc
confluiscono,
con
il loro diverso
genio, tutte le popolazioni d'Ita–
lia .
Le versioni dell'A lbi11i qui
risl ttmpatc i,ono senza dubbio lilo–
logicttmente impc«a bi1i e artisti–
camente eleganti:
fon.e,
un
poco
fredrlc.
E
ha do,•nto ,•incere gran–
di difficoltà il Dernini traducen–
do le
Metamorfosi
e
i
Fasti
di
Ovidio che fu esemp lare, nel M~
dio Evo, ai poeti deJla Romàn ia
quando scrissero in latino o in
francese in italiano in spagnolo
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:;t~~cÌ\~c~~a~~\ic~;rii.!:~
11110
spirito romantico,
S(>CSSO
in–
genuo, sempre malincomco.
Gui-
~lti:!1~~-~d!~lt;r~t~a:do1r~=
reso ogni dis tico latino in. una
terzin a italiana di cmlttas1ll abi
senza rima, usando le cesure
in
modo da farci sentire il suono dei
due ,·ersi origina li. La traduzione
di
Propcrz io si deve a Giusep1_)e
I,ippa rmi
e
ci dà finalmente
m
italiano le elegie di questo gra n–
dissimo poeb d'amore,
di
sc:11ti •
mento
cosl
romantico
e
moclerno,
di forma molto difficile poicbè, co–
me
,ticc
il I.ipparini, vuol piut–
tosto sugge rire che dire, vuole
spesso desta re in noi una scns a•
z1011emeglio che darci un'imma•
gine, e crea intorno a sè un alone
musica le a cui non sempre si
J?UÒ
cercare un significato
preciso.
Spesso, troviamo un pericoloso
trapm;so sintattico o tonale in–
w:ce di
1111
trapasso di idee. Que•
sta versione
~
una delle
più
belle
della
raccolta dei poeti rom::mi del–
fa
Zanicl1t lli.
<lOYc
troviamo un
?ifaniale reso in italiano magi–
stra lmente dello stesso I.ipparini.
E fin.'thneute un altro problema
deYe risoherc
il
traduttore del
latino: qnello di conservare alla
parola, nelle commedi e di Plauto
e
di
Terenzio , il suo valore
sce–
nico. Di,·crsa la lingua di quei
d11e
poeti,
più efficacement e ple–
bea quella
di
Plnuto, meglio ele–
gante quell a di Terenzio
educato
allo studio
elci
greci nel circolo
degli
Scìpioni, bisogna renderla
in
italiano con
una
diver sità . non
solo
di
sintassi,
ma
anche di
vo–
cabolario.
Il
Vitali, che conosce
benissimo
i
s11oi dassici, muta
da quello a questo
la
forma
del
dialogo
.e
il moclo di _spezzare il
verso in battute; ma non semp re
. riesce
a mett ere
fa
parola in quel
punto do\·e la misero quei due
antich i percM, pronunciata nel
modo che la S\la stessa colloca–
zione sug:g:erh-a, susdtasse il riso
o manif ~ tasse un sentimen to a
,·olte labi lissimo , avendo in sè lo