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DEGLI ESPINOSA

79

A tale scopo conviene, in

Primo

luo go, conciliare

il

concet to di

· libertà umana çon la definizione scienlifica di mecranismo sociale. In

altri termini si tratta

di

riconoscere come la libera attività individuale

si possa svolgere in modo tale da produrre regolarità scientificamente

individu abil i ed esprimibili in leggi. E' questo un delicato problema,

e trattarlo in modo esauriente nei limiti di un art icolo non

è

possibile .

Mi

sia,

quindi, consentito di citar e il passo essenziale di un mio lungo

studio, in cui ho trntato di riM>lvcre quel problema in questi term ini:

• ...... si conosce facendo e si

fa

conoscendo; si prende, vale a dire, ad

operar e attuando un piano noto in cui

il

fine consapevolmente voluto

si compenetra ai .mezzi tecnici adegua ti, ma ne1 fare stesso, la cono–

scenza del fatto si amplifica e si trai.fonn a, con che fare e conOSC<:r(:

si susseguono in circolo senza tregua. Tuttavia

il

fare secondo

il

pro–

prio disegno

è

sempre separato, dalla conoscenza del fatto, dallo sforzo

stesso del conoscere; di rouscguenza l'atto individuale che si svi–

luppa nella popola1.ionc degli atti indivi duali e con questi si combma

secondo un dato schema, acquistando una determinata dficacia, non

è

immediatamente noto nel suo intero sviluppo , ma vive di una vita

autonoma

ed

ignorata, la quale pur essendo prodotta dallo spinto crea–

tore agente nei siugoli indi\·idui , non

è

propriament e voluta ....

La vita dell'atto non trascende insomma

la

volontà, ma ne supera

il

contenuto generalmente considera to. In tal mocJooltre la realtà. voluta,

se ne crea. un'altra che pur essendo impl icitamente voluta, non Io

è

consapevolmente , sino a che non viene conosciuta nelle sue manifc–

st.uioni e tiella sua genesi. Essa, quindi, si presenta come on;,!inata

dall'esterno dello spirito . D'altra parte, la realtà che gli uomini creano,

consapevolmente

od

inconsapevolmente, si presenta intera di11anzi a

ciascuno di essi, sicchè ognuno pur collaborando a farla, nd tempo

stesso la subisce come un dato primo del reale, a lui tla.S(em!eutc, e

ne

è

determinato. In tal modo viene creata

ed

esiste nella società una

natura, un insieme df vincoli vale a dire, che essendo ignoti

e<l

incoo–

sapevohnen te volut i,

risu.lt

.'lno al di là della n,lontà

11111nnn,

e quimli

simili a quelli cosidetti fisici, come la gravità,

il

fulmine,

il

terremoto ,

il

ciclone, fenomeni cioè creati dall'uomo, il (1.11.lle tutt avia ne ignora

le genesi •· (A. d. E.,

La rfvoluzione umana .

Giuflré, Milano, 1946).

In tal modo viene ad esistere

1111

meccanismo sociale demografico,

e

la

scicn1,,_'l può formulare

la

legge del moto che esso segac, detta

legge teorica del movimento della popolazione. Siffatta legge, comt:"

è

noto, prende in considerazione non soltanto l'a zione limitatrice delle

suss istenze sullo sviluppo della J)Opolazione, già teorizzata dal Mal–

th us, ma anche quella inversa teorizzata per la prima volta dall'A mo–

roso, cioè l'a zione stirp.olatrice che la popola1.ione esercita sulle sussi–

stenze mediante il lavoro, per cui l'ammontare della popolazione viene

determinata dalla composizione delle due forze contrastanti. Tuttav ia

se la legge stessa acconsente di affermare che lo sviluppo teorico de.Ila

popolazione segue la curva detta logistica, non esaurisce

L'l

curio,;ità

sul significato umano del moto demografico. Conv,iene ancora chiarire

l'infl uenza che

il

progresso tecnico esercita sulla produ1.ione in gen<>–

rale e sulla procreazione iu particolare. Effettivamente, il progrcs.c:o

della medicina e dell'igiene annulla, in buona parte, l'opera

lim1t:,-