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DEGLI ESPINOSA

si ripercuotono ~1~ 1sivamente

•~11'indi~•iduo_che le compie, oppu~

si risolvano S<'mprc

III

un

vantaj!:g 10

per

1 teni.

A onor del ,·ero :i.ncbc

ammesso che l'atto sessuale debba C.'l,$t

tC seguito da un gesto espia•

torio,

~

chfaro che questo va compiuto e M>ffertoda chi, commc~tcndo

la

colpa, si prOC\1rail bisogno di espi:u la. Mcnh"e, in modo mnmfesto,

la

procrca1.io11c,

come atto espiatorio, ha due faceic, delle quali l'una

~a rda ,il

colpe,·ole

e l'altr:i. gu

ardn il figlio, sc

nz.a dubbio inno«nte,

è

la società anch'essa

innocente

dell:I.particol

are colpa da espiare.

J,c

r-Mponsabilità dei genitori nei confronti del figlio appariscono

a prima vi,;ta gravissime. Sembr a che non si debba dare la vita se

non disponendo della ~ rtezza di poterla

poi

ro11ocare su di una solida

ba.~. In numerosi ssimi casi, quindi,

la procrcaz.ione appa re condanna.

bile, tu quanto si compie in condizioni d 'indigenza e di ri~hio. Tut.

t.a\·ia la. condanna ,

:1

ben scruta rne gli appari scenti motivi, finisce pc"r

apparire arbitraria, e fondatamente si è 1mtoriuali

a sostitui r];\ con 1;1n

interrogati.,-o. In realtà quanto appa re incerto e rischioso, domani può

essere certo e tranquillo;

la provvid em;a, o divina, o soltanto derivante

dalla volontà umana

tesa all'est.Temo, è un dato su cui, entro cert i

lim iti si puti contare;

la

vita

~

una ricchezza mistcrios.'l di cui non si

conos«

il

valore,

cd

anche !!e essa risulta essere soltanto

i1 mezM

per morire, non

è

lecito affermare che quel \·alore sia nu11oo negativo.

Infine vi

è

la capricciosa fortuna . Segue che sul rapporto

individua le

frR

genitor i e figli è arbit rari o scntcmdare. DinanT.i alla procrca7.1onc,

nei limiti del rapporto in parola, si ba il diritto di emettere consig li e

null a pi\\, Personalmente,

sconsiglierei a chiunque di proc: C"arc in

momenti carichi d'inccrtcu.a

e di rischio co~

l'attuale; mo'l:enti

in

cui l'ind ividuo non può essere sicuro del suo pane, dC'l suo valore

fl('rSOnRlee dei suoi stessi diritti.

Sicchè rimango s~n111e11to

,Hmuu:i

allo l'ltuolo di roppie che non hanno esitato ,. ,•.,n e•ita no ad impi<"J'."are

l'un i<:oistan te in cui hanno posseduto o possiedono ~rtamentc

la loro

vita, per dare

inb:io ad una nunva vita; ma ,m simile atto, a mio

avviso, non può essere qualificato che come imprudente .

In, •cce dove sorge il motivo sicuro pc.r definire immorale Pind isd–

plini:ita procrca,:ione

è

nel rapporto

specifico sebbene

recondito che

essa

fa

sorgere tra individuo e società;

cioè

won tra i genitori

cd

i loro

particolari

figli, ma· tra l'individuo e l'altro,

fra

il

cittadino ed il con–

cittadino. Si tratta , senza dubbio, di un rapporto astratto, e soltanto

scient ificamente si possono indi viduar e

le

respon sabilità che e!(so pro–

voca, ma non per questo le respon~abilità medesime souo meno certe.

Esse , precisamente, hanno

lo stesso grado di «rteua

di quelle con•

nesse alla conosecnz.a della ]eg~

di gravità, oppu re delle caratteri –

stiche dell'energia elettrica;

.sicchè, se non si esita a definire 3$5.'lssmo

l'uom o il quale spinge il suo simile a cadere in un precipitio , oppure

lo la im·CMire da una scarica di corrente

ad

alta tensione, non si deve

esitare a definire colpevole colui il quale, procrundo,

~tte

in moto

un mecc:anismo soda le che produee sofferenze e morti e privaz.ioni aJta

società di cui

(a

parte. Il problema morale pertin ente a11aprocreazione

si risolve , quindi , in quello di acc

ertare se n

ella società esista un mcc–

t'tlnismo demografico, ed in qual i contli:r.ioni·muovendosi disor<lin:1.

ta.

mente esso produca effetti dannosi,