

MONELLI
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una lingua ignota, non suscitano alcuna eco in me,
s0110
allu–
sioni a persone di conosceqza
1
cronaca di piccoli contrattempi,
progetti per una gita, la
1500
sarà pronta domani, bisogncra
avvertire Marcello; ma la ragazza sta col viso chino dall'alto
sull'uomo come per beverselo tutto. Dice l'uomo, • allora
è
meglio telefonare subito • ; e se ne va. Essa mi guarda, con
quegli occhi annuvolati; non sorr ide, ma le due fossette delle
gote si fanno un po' più fonde; forse questa
è
la sua maniera
di sorridere alla gente.
Scivola
giù
da11osgabello, ma non si allontana; mi guarda
ancora, e adesso
è
chiara l'imploraz ione, il grido; si avvia, non
verso
il
corridoio dove c'è la cabina del telefono, dalla parte
opposta, verso la porta a vetri che dà sul giardino; esce, va
lungo la pista di ballo chiazzata
di
pozzanghere, sulJa ghiaia
fra il deserto dei tavolini bianchi sotto le lampade, infila uu
vialetto OSC'uro,si volge a me che l'ho seguìta,
mi
dice:
- Dio mio, non trovo più l'uscita. Eppure ce ne deve
es–
sere una anche da questa parte.
- Certo, signorina, da questa part e. Si arriva diretti sulla
piazza.
Vado avanti,
mi
segue, docile. Ecco il cancelletto, ecco
la
piazza, deserta, lucida della pioggia recente ; ndl'angolo laggiù '
tr e o quattr o macchine, un crocchio di conducenti.
-: Grazie. Non
mi
accompagni. Mi dia per piacere un
po'
di denaro per
il
taxi. Sono uscita in fretta, ho dimenticato i
soldi.
Apre la borsetta come per farmi vedere che non ha soldi;
guardo dentro
1
sono certo di vederci una piccola browning, dia–
mine, questi sono
i
casi in
cui
si va in giro con la browniug.
Ma non
c-'è
niente, la borsetta
è
piccola, non
è
neinmeno una
borsetta,
è
un cilindretto nero, non
c'è
posto per
un'arma.
{Ma per
il
veleno?).
Metto la. mano in tisca,
le
do
un biglietto di
banca.
- Basterà, signorina? Va lontan o?
- Oh, non tanto lontano. Basterà sì.
Caro viso di neve, e gli occhi come due buchi in una ma–
schera di gesso. Improvviso calore mi porta verso di essa, sim-