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SANTARCANGELI

Di questa umiltà, di questa sottomiss ione, vorremmo dire intelli–

gente, logica, umana, abbiamo ·rilevat.odianzi la mancam:.a nello scritto

di Witthert. Il primo passo che la Germania dovrebbe compiere sull ,1

via della propria reUcmdone

_...:.

e nessuno potrà aiutarla in questo -

sa rebbe du nque l'abbandono di quella boriosa superb ia che, come dice

bene un proverbio tedesco, precede <ll poco la caduta.

No:1 può essere trascurato pera ltr o come c'insegna la psicologi~

modern a, che la stiper bia

è

qua si sempr e una patolog ica reazione dello

spirito ad un senso d'inf eriorità; nel

c!ISO

tedesco, al ben noto com–

plesso nazionale d' inferiorità, che fece dire ad uno che li conosceva

::i.

fondo, 111conte Keyserliug, che

i

tcclcschi sono e ein Volk mit einer

harten Scha le umi mit cincm wcichen Kem , un popolo dalla scon a

dura e dalla polpa molle, polpa molle che nella vita qnolidiana li

fa

spesso lagrimosi e sentimentali e ridicoli e brodoloni d'amo re per gli

nomini, per le cose, per le idee, per i paesi. • Ach , , quando i kdeschi

si commuovono per le bellC?,zedel nostro paese, salvo a fare

prevale.re

subito dopo, per quak hc futile motivo, per una spesa non perfetta–

mente giustificata,

la

superbia mutria della loro scon:a

!

Porse non sa–

rebbe avventato ricercare in una lontana e 11011ancora pacificata me–

scolanza di sangt d germanici e slavi {infatti, 1gli austriaci,

i

renani,

e<><:.

sono più immuni da questo male) la tragica bipolarità d' umore,

la patologic a propensione agli stati d'an goscia, il complesso d'infe–

riorit à insomma che

è

uno dei sottoprodotti più pericolosi della loro

instabilità psichica na:,:ionale.

«

Il tedesco possiede la tende11za, oltr e–

modo pericolos a

e

sempre opponentesi all'in trospezione, di sentirsi

perseguita to e di compiangersi, anl.lchè ricercare la propria colpa e

decidersi al miglio ramento, (ROpke, op. cit.) . Potrà il mo11dosalvarli?

Disse, l'anno scorso,

il

senatore Vansitt art: • In realtà, le potenze

lottano per l'anima della Germania» .

Assolvere e sic et simplidter,

i

tedesch i per parziale infermità

di mente sarebbe

però

ingiusto. Quale uomo

è

sirnra-meute Sano di

mente? In questo caso, ciò che vale, a volte, per il singolo non può

valere per la collettività e vanamente

ci

obbiett.'.110 ora

i

tedeschi che

i germ i di quella criminalità che ha saputo impossessars i di loro sou–

nccchiauo in fondo all'an imo di

tutti

i popoli. Ciò, purt roppo,

è

vero;

ed è

anche vero che ogn uno di noi

è,

potenz ialme11te, laclro, assassin o,

traditore e cosi sia ; ma 11oi, appunto, sappia mo dominare gl' impn b i

del male, grazie ai freni inibito ri della nostra coscienza e grazie alla

nostra volontà di sacrificare

il

proprio torn aconto individu ale agli in–

teressi della convivenza sociale. Gli altri popoli han no saputo oppor re

dei freni efficaci contr o la tendenza al male e non hann o co:1travYc–

n11to se 11011 in misura infinitamen te minore a quegli aure i postula ti

del diritto romano che vigono per gli individui come per le collet–

tività: • Honeste vivere, ncmin ttn Iacclere, suum cuiquc tribuerc •·

Dichiarata la guerra, essi hanno osservato più o meno strettamente

le norme del diritto internazionale e delle con~uetuòiu i; se, ad esem–

pio, sono state commesse , anche da parte degl i alleat i, rapine e<l in–

giustizi e - e Wiec11ert se ne lamenta diffusamente - mai tali lesioni

c1eldiritto furono innalzat e a sistema organizzato, come presso

i

lede•

M:hi o almeno presso tToppa parte dei )oro escTciti e soprattutto nelle

direttive degli alt i comandi; anzi,

i

colpevoli, in via generale, veni–

vano puniti ogni qualvolta si poteva individuarli.