Table of Contents Table of Contents
Previous Page  75 / 610 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 75 / 610 Next Page
Page Background

1896

• contrarci - dai clericali agli anarchici - e darci la mano per il pro-

1:esso della scienza. Ognuno di noi, come uomo educato in quel dato

~odo e avente quelle date idee, giudicherà, se crede, per conto suo i fatti

he col metodo scientifico sono stati affermati; ma questo lavoro di va–

f

utazione non è un lavoro scientifico, perché dipeJ;1dedalle abitudini in–

dividuali di pensare e sentire del giudicante, e colla storia non ha nulla

da vedere.

Secondo me, lo storico dovrebbe fare per i fatti passati ciò che Zola

ha fatto per la società del terzo impero

2

:

fotografarli, spiegarne le ragioni,

studiarli obbiettivamente, sopprimendo completamente la propria persona–

lità. Lo storico, che si ferma a mezzo il racconto e si pone a discutere

se

fu

bene o se

fu

male, se

fu

giusto o se

fu

ingiusto quel che avvenne,

non

sa neanche dove stia di casa il metodo storico.

Dunque nella nessuna simpatia per la borghesia fiorentina, come non

c'è l'individualista, cosf non c'è neanche il socialista.

Il socialista, però, si trova in un'altra parte del lavoro; nella ri–

cerca delle cause, che produssero la trasformazione della Cavalleria nel

Comune, Ella ha notato che io queste trasformazioni le riallaccio piu

o meno davvicino alle rivoluzioni economiche, sociali e politiche dei

Comuni. Questo è determinismo o materialismo economico, è marxismo.

Il socialismo è il prodotto logico della concezione materialistica della

storia. Data questa, bisogna ammettere nel presente la lotta di classe

con tutte le sue conseguenze.

Ecco perché nel lavoro c'è il socialista.

Vedo di aver chiacchierato troppo e di essermi troppo dilungato in

questa autocritica di nuovo genere. Avevo voglia di chiacchierare un

po' con Lei e mi sono abbandonato alla penna.

Quando verrà a Firenze, me lo faccia sapere, chè in una delle mie

frequenti gite da Faenza a Firenze dedicherò qualche ora a venire a sa–

lutarLa, se questo non Le darà troppa noia.

Con mille saluti e auguri di felicità.

16.

Salvemini a Carlo Piacei

Caro Piacei,

Faenza, 16 novembre [1896]

approfitto della venuta di un mio amico a Firenze per farLe avere

con un mezzo sicuro ed economico i due volumi che mi favori a Firenze.

2

recte:

"secondo."

16. CPI.

37

BibliotecaGino Bianco