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Carteggio

delle discussioni.' Se in quei giorni Lei non sarà a Parigi e non avrà tempo

di scrivermi, mi mandi solo una carta da visita col Suo indirizzo, perché

io sappia dove spedire i giornali. Lessi o meglio rilessi stampato il raccon–

tino della signora Elena, che avevo già veduto a San Marcello. Anche a me

piace molto; in qualche punto mi pare scarno, un disegno di racconto

piu che un racconto; ma anche cosi è ricco di tante osservazioni acute

e di tanti atteggiamenti non privi di originalità di pensieri e di parole,

che si legge con vero piacere.

Ora Le parlerò di me.

La salute dopo il mese di bronchite, che Lei sa, si è rimessa del tut–

to; non mi è restato che il ricordo della paura tremenda, che provai quando

per la prima volta sputai sangue. Non sapevo di essere cosi vigliacco. Ma

che vuole? Ero solo come un Simeone Stilita; avendo dovuto sospendere

i bagni e quell'altra cosa per tanti giorni, i nervi ricominciarono a vi–

brare; se quindi cominciai ad avere idee nere di tisi, di morti premature

-

muor giovane colui che al cielo è caro -

sono scusabile! non Le pare

che avevo ragione ad addolorarmi di dovermene andare a rivedere i non–

ni, lasciando Maria, gli

Ordinamenti di giustizia,

la mamma, il mio lauto

stipendio, gli amici? Ora

il truce spettro della morte se n'è andato e

sto bene.

I bagni

li riprenderò quando

sarò a Firenze. L'altra cura

l'ho ri–

presa da parecchio tempo e -

glielo dico nell'orecchio a Lei solo -

ci

ho preso gusto. Meno male che non ho quattrini! Altrimenti dio sa che

cosa succederebbe.

Di lavorare da mezzo aprile in poi non se n'è parlato piu. Né voglio

riprendere

il lavoro prima di settembre; voglio rimettermi del tutto, vo–

glio eliminare qualunque minimo avanzo della bronchite, prima di rimet–

termi al lavoro. Dopo il congresso forse andrò a San Marcello per un po'

di giorni, dove la signora Elena mi ha invitato.

Che cosa spero? Non lo so neanche io. La mia unica aspirazione in

questo momento è di restare l'anno venturo a Firenze. Il giorno 9 di luglio

sarò a Roma, andrò al ministero e cercherò di ottenere il trasloco. Non

spero molto, ma non voglio scoraggiarmi. Voglio fare tutto quanto sarà

in me per riescire nel mio intento. Non voglio neanche pensare alla pos–

sibilità di far fiasco; mi farebbe troppo dolore.

Il Mori i primi di luglio sarà a Firenze; passeremo insieme un po'

di giorni e poi lui se ne andrà in Maremma. La sera della elezione del Tu–

rati era matto dall'entusiasmo; si figuri che spese una lira a telegrafare la

notizia della vittoria. L'elezione del Turati è molto importante, perché è

dovuta ai ferrovieri, che hanno votato tutti compatti per noi. Quando

la

massima parte dei ferrovieri

saranno nostri

-

e siamo

sulla buona

via -;

quando tutti i telegrafisti saranno nostri -

e lo sciopero che av-

• Si

tratta dei numeri di "Il Domani"

(edizione

speciale) del 10-11 luglio, 12 luglio,

13 luglio e 14 luglio 1896.

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