

1897
piace dirlo perché Ella non mi rimproveri di trascurare la famosa
interdipen–
denza.
Ma finché questa interdipendenza io non l'abbia vista con i miei
occhi, finché i fattori della storia, che gli altri vogliono ritener solo cor–
relativi, io riesco a subordinarli l'uno all'altro e a farli dipender tutti
dal fenomeno economico, io la interdipendenza
provvisoriamente
non pos–
so accettarla.
Passiamo ad altro, perché mi pare di doverLe parlare di molte cose.
Ma queste accidenti di razze mi han fatto riempir tre fogli.
Non leggo la
Critica sociale
perché la mia fortunaccia non mi ha
ancora permesso di prendere l'abbonamento. Quando vado a Firenze,
allora mi faccio avere gli arretrati dai miei amici e ne prendo un'indi–
gestione. Quindi non ho letto lo sciagurato articolo del Labriola, che ha
suscitato il Suo furore.
3
Il Labriola
è
un giovane di grande ingegno e cul–
tura e mi pare strano che abbia commesso tutti i delitti, che Ella dice,
contro la logica e il senso comune.
In
marzo, quando ritornerò a Firenze,
voglio proprio leggere prima di tutto quell'articolo.
Io sto abbastanza bene e lavoro in modo da esserne contento. Il mio
insegnamento va a gonfie vele. Su undici alunni della terza liceale, uno
solo - il piu cretino - è monarchico; uno è socialista; uno repubbli–
cano; due clericali; uno critico ma con forti tendenze verso il sociali–
smo; tutti gli altri repubblicaneggianti. Io, purtroppo, non posso esporre
le mie opinioni; e quando andiamo insieme a passeggio lascio che par–
lino essi e discutano; intervengo solo di tanto in tanto in forma infa–
memente gesuitica, facendo delle osservazioni e adducendo fatti, che a
prima vista clan torto al repubblicano e al socialista e perciò sono ac–
cettati con entusiasmo dagli altri; ma le mie parole
:,i
poco a poco pro–
vocano una fermentazione nella mente di tutti; il socialista diventa piu
socialista; il repubblicano va passando al socialismo; gli altri si vanno
rischiarando; i due clericali diventano piu clericali; ma fra un anno non
saranno piu tali. Se resto in Faenza altri due anni, fra cinque anni
tutta la Romagna sarà socialista. I miei scolari mi adorano; se domani
il ministero volesse mandarmi via di qui per le mie idee, qui si ribellereb–
bero tutti.
Io
non smetto mai per un momento la mia prudenza; i miei
scolari non riescono a capire come io la penso; vedono che dò ragione
e torto a tutti e per questo stanno con me senza sospetto. Tutto questo
non so se sia bene o male; certo è ipocrita; ma io debbo adattarmi al–
l'ambiente. Non avrei mai immaginato di poter essere cosi utile al mio
partito, come sono insegnando storia a spese dello stato. Se il marchese
Alfieri' sapesse in che modo io preparo la distruzione di quell'ordine, che
gli
è
s1 caro, mi farebbe mettere in galera.
•
3
A.
LABRIOLA,
Contro
il
referendum.
I.
Referendum e parlamentarismo,
nella "Critica so-
ciale" del 16 gennaio 1897, pp. 23-25. Le parti successive di questo lavoro (II.
Il referendum
e_ la democrazia,
III.
Il referendum e il partito socialista)
furono pubblicate nella "Critica so–
ciale" del 1° e 16 febbraio 1897, rispettivamente alle pp. 39-41 e 56-59.
• Carlo Alberto Alfieri marchese di Sostegno (1827-1897), senatore dal 1° dicembre 1870.
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