

Carteggio
15.
Salvemini a FrancescoPapafava,a Padova
Faenza, 6 novembre
1896
Pregiatissimo signor Papafava,
rispondo con molto ritardo alla Sua gentile e gradita lettera'; un po'
è colpa Sua che la mandò a Palermo con un indirizzo sbagliato per
giunta, mentre io ero a Firenze; per molta parte è colpa mia, che ho
aspettato un'intera settimana a rispondere dopo avere letta la Sua let–
tera. Mi scusi e
tiremm innanz.
Senza tanti complimenti e senza false modestie, Le dirò che le lodi
che Ella fa del mio lavoro mi sono riescite molto care. Io tenevo molto
al giudizio che del mio studio avrebbero dato il Piacei e Lei: io mi aspet–
tavo che i barbassori della scienza ufficiale nel mio studio non avrebbero
saputo vedere altro· che la erudizione, i documenti, le note numerose, lo
sgobbo; e avrebbero detto: è un lavoro diligente, serio, profondo, ecc.
ecc. Di tutto ciò che non è erudizione sola, e di tutto quello che per me
ha maggiore importanza, non si sarebbero avvisti. E cosf è stato. Invece
i'!
Piacei e Lei allo sgobbo avrebbero dato il valore che si merita; e se
qualcos'altro c'era nel lavoro, che non fosse sola erudizione, se ne sarebbero
avvisti e lo avrebbero notato. E siccome l'hanno notato, vuol dire che ciò
che io voleva nel lavoro, c'è; e per questo sono contento.
·
Ella cercava l'unghia del socialista e non l'ha trovata. Ed era natu–
rale. Neanche la poca o nessuna simpatia, che nel lavoro appare per
la borghesia, può essere sintomo di idee socialiste nell'autore. In fondo,
se Lei osserva, io non ho mostrato né simpatia né antipatia per nessuno.
La storia, dice il Taine, non giudica, né assolve, né condanna; critica;
determina come i fatti sono avvenuti, dimostra che sono avvenuti, perché
dovevano avvenire, e non si occupa di altro. Io credo che questo sia il
metodo scientifico unico; se si ammette che .i fatti sociali avvengono
perché .date quelle condizioni non potevano non avvenire quei fatti; in
altre parole se si ammette la necessità degli avvenimenti storici nello stesso
modo che si ammette la necessità della caduta dei gravi, non resta piu
luogo a discutere sulla moralità o la immoralità dei fatti avvenuti e il
fermarsi a giudicarli sarebbe ridicolo. Ciò posto lo storico non deve fare
che ricercare le cause necessarie dei fatti che studia, gli effetti necessari
degli stessi fatti, il
modo
per cui quelle cause hanno prodotto necessaria–
mente quell'effetto; e nient'altro. Simpatie o antipatie non entrano nel
metodo storico moderno.
Ella intende come trattando a questo modo la storia, non si sia
né socialisti né individualisti; è un terreno questo, su c1.11 tutti possiamo
15. CP.
• ofr. doc. n. 13.
36
BibliotecaGino Bianco