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ganizzati, come sono ora, i reazionari ne avranno
facilmente
ragione.
Se saranno abbastanza numerosi, comportandosi con abilità e prudenza
potranno
impedire che l'alleanza clerico-moderata si avveri troppo pre–
sto e strappare ai clericali tutte
le possibili libertà politiche, delle quali
potranno servirsi in avvenire per distruggere
i clericali e i moderati
in–
sieme. Mi spiego. Supponiamo che avvenga un disastro; il trono va giu,
tutti i partiti cercano allora di conquistare nella preda la parte maggiore.
Che deve fare il partito socialista?
1) Non prendere lui l'iniziativ•a della rivoluzione per non spaventare
dal primo momento quei poveri moderati e gettarli nelle braccia dei pre–
ti; ma stare sempre con le armi al piede e non parlare niente di aboli–
zione della proprietà e d'altri brutti mostri simili.
2) Spingere avanti nella lotta i clericali e i repubblicani puri, pro–
mettendo
la propria cooperazione e non dandola mai, mostrandosi ma–
gari propenso alla neutralità.
3) Nel momento che piu ferverà
la lotta fra clericali e savoiardi–
massoni-liberali -
lotta che sarebbe impossibile qualora i socialisti entrando
dal primo momento in campo, spingessero i liberali all'alleanza coi cleri–
cali -
gettarsi a corpo perduto nella mischia e ottenere dai clericali la
massima libertà politica possibile.
Servendoci di queste libertà, che ora non abbiamo, potremmo pre–
pararci con fiducia a quella
rivoluzione, che scoppierà inevitabilmente
il giorno che i clericali si saranno discreditati davanti alle masse non po–
tendo mantenere
tutte
le promesse di miglioramenti economici e morali
che fanno ora.
Dio santo! Come
è
andata lontano la mia fantasia! Ho fatta la sto–
ria dal 1900 al 1935!·
È
il colmo del genio storico!
Da Lei desidererei sapere quali impressioni abbia suscitate nella sua
classe il congresso di Milano. Questa notizia ha per me somma impor–
tanza, come può ben capire.
E la Francia? Che diamine succederà domani?
Il proletariato fran–
cese
è
davvero alla vigilia di prendersi la rivincita del 1871? oppure avre–
mo altri ventimila morti e altri ottantamila
incarcerati? Come vorrei es–
sere a Parigi in questi momenti! Come intensamente devono vivere i de–
putati socialisti in questi giorni, essi sui quali pesa la responsabilità di
tutto l'avvenire del partito. Certo una sconfitta non impedirà per sempre
la nostra vittoria, come non impedirono la nostra resurrezione i massacri
del '48 e del '71; ma un salasso di centomila uomini ci farebbe aspettare
per trenta anni ancora la possibilità di un'altra
lotta. Una
imprudenza
potrebbe distruggere ventisei anni di sacrifici, di patimenti, di organizza–
zione. Come sono agitato, caro Piacei; se fossi socialista francese credo che
non mi interesserei di quegli avvenimenti piu d'ora. E Lei cosa ne pensa?
Addio; ho chiacchierato troppo; mille saluti a Sua sorella, alla signora
Elena, a tutti gli altri che Lei sa; una forte stretta di mano.
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