

1896
11.
Salvemini a Carlo Placci
Palermo,
[30 aprile] 1896
Caro amico,
quante cose ho da dirLe questa volta! Mi pare che da quando ci sia–
mo lasciati nella abbandonata stazione di Calciare il mondo abbia vissuto
almeno un secolo. Questa volta la mia chiacchierata con Lei, alla quale
ho preso una specie di abitudine -
le idee che mi frullano per il cer–
vello non posso mica comunicarle ai miei non sempre intelligenti colleghi
né tanto meno ai ragazzi! -
la mia chiacchierata, dicevo, temo che debba
riescire troppo lunga.
E comincio da me.
È
veramente un po' dannunziano
cominciare da
sé in una lettera in cui si ha intenzione di parlare
de omnibus rebus et
de quibusdam aliis;
ma lo faccio a posta per dimostrarLe che io non sono
piu cosi intransigente come prima,
tanto
è
vero che faccio delle conces–
sioni anche alla teoria piu antipatica, che io abbia mai conosciuta.
Per l'anno venturo pare non sia impossibile il mio trasloco a Firen–
ze; il Villari mi ha scritto che resterà libero un posto nel Galileo e in
questi giorni, che
è
stato a Roma, si
è
occupato di me. Speriamo bene,
caritatevoli numi!
È
difficile immaginare
tutta
la mia agitazione di que–
sti giorni; aspetto l'ora della posta con un gran batticuore. Se dovessi far
fiasco in questo affare e smettere ogni speranza di lasciare Palermo, non
so in che modo accoglierei la notizia. Questi altri settantacinque giorni,
che mi dividono da Firenze,
li sto contando proprio sulla punta delle
dita e non mi par neanche possibile che debbano mai finire. Che essere
poco adattabile all'ambiente sono io!
Grazie infinite della Sua raccomandazione per il
Le
Monnier. Anche
quello
è
un uovo benedetto che non si risolve mai a schiudersi; che tutte
le mie uova debbano essere sciacque?
La notizia che la Camera non ha annullate
le elezioni di Barbato e
di De Felice mi ha fatto una gran meraviglia. Mi sa dire Lei a quale
frazione parlamentare si debba questo risultato? Nei giornali
è
scritto che
la sinistra applaudL Ma quale sinistra? Se la sinistra
è
in maggioranza
crispina?
lo
non ci capisco proprio nulla.
Qui intanto i socialisti hanno cominciato il lavoro per Bosco.' Si pre–
senteranno contro di lui il Bonanno crispino, altra volta già bocciato e
il Paternostro
radicale dei sette.' Credo che non si possa fare nessuna
previsione:
la lotta vera sarà, credo, fra il Bonanno e il Bosco, perché
11. CPI. Al posto della data, l'autografo reca l'indicazione "la vigilia del primo
maggio del 1896".
1
Rosario Garibaldi Bosco, fra i capi piu attivi dei fasci siciliani del 1893,
fu
deputato
-
senza esercitare
il mandato -
nella XVIII e XIX legislatura.
2
Pietro Bonanno, deputato nel collegio di Palermo per
le legislature XIX-XXII; France–
sco Paternostro (1840-1913),
fu
deputato di Corleone nelle legislature XI-XIV; senatore nel 1882.
25
BibliotecaGino Bianco