

1896
Io
non ritornerò mai pm a vedere una zolfara e ringrazio
l'eterno pa–
dre di aver fatto risuscitare il suo figliolo proprio nel giorno della mia
visita: se avessi dovuto vedere i carusi trascinare
i sacchi di zolfo per
quelle orribili gallerie e tirarli su per le buche, io avrei finito col cadere
in deliquio o impazzire.
Ora io vorrei dire ad un liberista: voi sostenete che bisogna lasciare
a tutti la libertà di fare quello che vogliono e quindi anche ai padroni
delle zolfare la libertà di non spendere un soldo per fare degli ascensori,
per estrarre
l'acqua dalle miniere, per aereare i corridoi; e sia, ma vi
auguro con tutto il cuore che voi e i vostri figli diventiate carusi e sen–
tiate gli effetti della libertà che è sf cara, come sa chi per lei ecc. ecc.
Sa qual'è la sola legge che il nostro governo ha fatta in favore dei
lavoratori? Ha imposto a tutti l'obbligo di assicurarsi contro gli infortuni.
Non Le pare un'irrisione? E via! 1'Tci altri socialisti siamo dei gran sogna–
tori cred;ndo che quella gente possa seguire la nostra tattica legale; debbo–
no aver ragione gli anarchici.
È
vero che con l'anarchia non si muta nulla
del mondo; ma almeno ci si toglie il gusto di ammazzare quelli che cre–
diamo nostri nemici e di disturbare
la digestione di tutti gli altri!
Costerebbe poi tanto obbligare
i
padroni a mettere degli ascensori?
Sarebbe utile anche ad essi, perché risparmierebbero
enormemente nelle
spese di trasporto. E se i padroni non volessero, sarebbe poi tanto diffi–
cile espropriare le miniere e condurle per conto dello stato? La proprietà
del sottosuolo è una usurpazione
recente della borghesia; negli statuti dei
nostri comuni
il
sottosuolo era
res nullius
e chiunque poteva far minie–
ra purché rimborsasse al padrone della superficie i danni derivanti alla
terra dal lavoro minerario. Noi dunque abbiamo il diritto di riprenderci
quello che ci è stato rubato.
Ma i liberisti hanno altro pel capo; vogliono la libertà, naturalmente
la libertà di ammazzare
lentamente
la povera gente; a questa libertà dei
liberisti pare a me che nella povera gente dovrebbe corrispondere
la li–
bertà di _ammazzare a loro volta i liberisti. Ma lasciamo andare; queste
sono eresie troppo grosse.
10.
Carlo Piacei a Salvemini
Caro amico,
[Firenze], 20 aprile
1896
la S~a lettera sulla. zolfara ci ha fatto molta e penosa impressione.
1
.
Avrei_~oluto_orga~1zzare immediatamente uno di quei gridi per l'Ita–
lia, che gh mglesi sogliono alzare ogni tanto per un caso di ingiustizia o di
10. AS.
1
cfr. lettera n. 9.
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