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1911

Suo,

totalmente Suo,

nella

Voce,

non può essere a nessun costo tralasciato.

Sarebbe per noi giovani un tradimento: ci sentiremmo piu soli e i pro–

blemi di cultura, che pure ci interessano granpemente, resterebbero

come

avulsi dalla vita.

È

naturale che dentro la

Voce

si abbiano elementi discordi. Biso–

gna pensare che essa

fu

dapprima emanazione di persone, che avevano avuto

atteggiamenti di estetismo e di dilettantismo. Ma il

Leonardo,

con la

Voce,

si faceva piu umano, piu serio, piu largo, piu efficace. Non sarebbe piu

possibile, quindi, ritornare indietro. E tanto piu questo è necessario, se

penso al momento che attraversiamo in Italia. Noi ci stringiamo intorno

a Lei; perché Ella ci rappresenta l'uomo che nel modo migliore possa con–

durci ad un'azione politica

fuori dei partiti invecchiati e contro le trappole

di una democrazia bastarda.

A dirLe la verità io avevo fiducia da un certo tempo a questa parte

che Ella intensificasse l'opera Sua per mezzo di un giornale, che si occu–

passe esclusivamente dei problemi fondamentali di vita italiana.

La

Voce

da sola potrebbe fare certo assai; ma non tutto. Essa deve

rispondere, naturalmente, a troppe altre esigenze e non può troncare l'ac–

cordo tacito con una categoria di suoi lettori, che vogliono sentir par–

lare di cultura e di letteratura. Certo

è

che in questo momento sentiamo

il bisogno di radunarci e non di disperderci e Lei, che ha contribuito tanto

a darci un po' di fiducia nella vita politica, disprezzata come imbroglio sleale

di arrivisti e di faccendieri, non ci può abbandonare e deve stare con

noi per combattere le battaglie che l'avvenire

ci

serba. Vedrà che anche

la questione tripolina si riaffaccerà e la materia per un'azione di critica,

anche su questo punto, non mancherà certamente.

316.

Ugo Guido Mondolfo a Salvemini

Milano, 17 ottobre 1911

Carissimo Gaetano,

ho potuto finalmente aver ieri

il

colloquio con la signora Camperio a

La Santa e ho potuto consultare alcuni appunti lasciati dal capitano Man–

fredo.

Ecco le risposte cli.e ho potuto raccogliere alle domande che tu facevi

nella tua prima lettera:

1) L'autobiografia

fu

dettata dal Camperio a sua moglie: questa avrebbe

voluto pubblicarla dopo la morte del marito, ma

il

figlio s'è sempre oppo–

sto: io, naturalmente, non ho potuto né potrò vederla. Essa non è, del

resto, a La Santa; credo sia custodita qui a Milano.

316. AS. Mancano le lettere di Salvemini cui risponde.

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