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1911

cordo. La

Voce

ha fatto del bene,

è

stata possibile; il tuo allontanamento

accompagnato da quello di altri per ragioni opposte alle tue, significa di–

minuirla molto o farla cessare. Mi pare che tu possa fare un piccolo sa–

crifizio, come tutti noi sempre lo si

è

fatto, o persuaderti senza sacrifizio

che le cose non stanno come tu credi. Ora abbiamo impegni: la

Libreria.

Accetti ancora di far parte del Consiglio direttivo? La seduta si può

fare senza di te (mi sono informato). Poi: gli opuscoli. Ci sono due ar–

ticoli sulla riforma elettorale

già composti:

se ne può fare l'opuscolo che

dicevi? La Tripolitania: opuscolo: si possono adoperare i tuoi articoli? L'a–

zione che ti proponevi forse

è

resa piu facile dalle nuove condizioni di

cose. Ora le questioni che ti separavano da certe persone, sono tolte, poiché

risolte (Tripolitania e forse suffragio universale). Su l'azione da fare

dopo

(per esempio questione meridionale, trattati di commercio, decentramento,

riforma tributaria) saremo in molti d'accordo. Ancora: se tu credessi di

fare un giornale politico per conto tuo, io ti aiuterò. Tu hai ancora molte

simpatie e quest'opera di preparazione potresti iniziarla per conto tuo,

con altri, veramente affini. Ti presento tutte queste ipotesi e domande.

Rispondi. Mi metterai in grande imbarazzo, togliendo la tua collabora–

zione proprio

alla vigilia

dell'apertura della

Libreria

e quando avevo fatto

conto su te per vari opuscoli. Ripeto: si tratta di un'opera che abbiamo

preparato per tre anni. Non

è

colpa nostra se tu t'accorgi soltanto oggi

che nella

Voce

esistevano fin da principio correnti diversissime. Se tu

credi di fare per conto tuo nell'azione, alcuni di noi ti seguiranno. Ma

allora bisogna fare casa nuova: non si possono usare gli sforzi e i sacri–

fizi di altri, .Per uno scopo che non li ha consenzienti. Tu credi che sia

scoppiato il dissidio causa la politica: no:

è

scoppiato causa l'opportu–

nità ora di certa politica. Se tu

intendi bene che ora come ora non c'è ragione

·

di parlare di Tripoli; e che domani

ci

sarà di nuovo, e allora se ne parlerà

quanto occorre,

credo che tu sarai del mio parere, e che la

Voce,

se ognuno

sente il dovere assunto in questi anni di lavoro comune, può durare e pro-

sperare.

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309.

Salvemini a Carlo Piacei

Molfetta, 6 ottobre 1911

Carissimo Carlo,

grazie delle notizie telegrafiche della cara Nemini.' Ho pensato tanto

e con cos! intenso affetto in questi giorni a voi. Ma non ho scritto,

perché ho attraversato un periodo penosissimo, in cui sono stato quasi para-

309. CPI. Cfr. nota a lettera n. 311.

I

La lettera di Piacei manca in AS.

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