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1911

ma dobbiamo accettare di cooperare, sia pure col semplice silenzio, allo

svolgimento di ciò che il governo fa

sotto la propria responsabilità.

Inol–

tre: è necessario aver riconosciuto oggi il carattere politico della questione,

per poter domani discutere, senza che gli altri diffidino di noi, l'altra

questione che sorgerà: che fare in Tripolitania? spender molto o poco?

etc. etc. Per ora non vi sono che questioni diplomatiche, e militari: la

nostra serietà c'impone di riconoscere la nostra incompetenza. Non possiamo

nemmeno, credo, affermare che si debbano occupare soltanto i

porti

3

:

ciò

fa parte della libertà d'azione che spetta a chi ha la responsabilità dell'a–

zione militare. Ottenuto il successo, conclusa la pace, si vedrà: allora tor–

nerà la volta della pubblica discussione. Questo io credo,4 sebbene, ti ripe–

to, con una certa oscurità e senza pretendere d'aver ragione ad ogni costo.

Quanto alla

Voce

le cose stanno cosf. lo ho scritto oggi la nota

riassuntiva di cui parlammo

5

;

ci avrò forse messo un'intonazione rispon–

dente troppo a ciò ch'io sento e meno a ciò che senti tu: ad· ogni modo

è l'ultimo scritto sul quale avevamo qualche intesa. Oltre questo io non

saprei che cosa aggiungere; né io mi sento il diritto, la capacità, la pos–

sibilità di risolvere il problema della

Voce.

Come tu sai io ne ero fuori da

un paio di mesi, in seguito a un incidente, ma sopratutto perché sentivo

il problema del suo indirizzo oscillante. Ora, in via del tutto privata, Prez–

zolini, ch'è stanco, mi prega d'aiutarlo. lo lo faccio, ma non posso che

farlo materialmente: non mi sento di poter risolvere

io

il

problema, io cl:ie

ho pure tante occupazioni e preoccupazioni private. Perciò, vedendo

i

prossimi numeri della

Voce

non pensare di trovarti di fronte alla

mia

solu–

zione.

lo

non parlerò di Tripoli perché in coscienza non saprei a che

tenermi, e perché credo che occorra oggi acquistar credito per poter

parlar domani quando forse saprò che dire. Ma personalmente non sarei

contro che tu ne parlassi. Certo la

Voce

resterebbe oscillante: oscillante

anche fra le varie tendenze dei suoi amici. Prezzolini che non è piu orien–

tato di me, e che sente intorno a sé la pressione di queste tendenze, non

vuol pregiudicare: ecco tutto. Quando tu sarai qui ci vedremo e parleremo

a lungo. Ma non vedo ad ogni modo perché tu vorresti identificare le

sorti di una possibile azione politica con quelle della

Voce.

Se ci fossero

idee comuni a varie persone, nessuno impedirebbe di creare un altro gior–

nale. E non vedo perché non si dovrebbe piu fare il convegno per accer–

tare se tali idee esistono. Certo oramai un convegno con programma latis–

simo: l'esame dell'attuale questione politica. Si potrebbe tentare e vedere.

lo stesso non mi faccio illusione: mi sento molto indeciso, e in fatto di

orientamento, e in fatto di disposizioni personali. Ma si potrebbe vedere.

Eliminata la questione tripolina dal

6

fatto compiuto cadrebbero questioni

pregiudiziali fra te ed altri (Ambrosini, Caroncini), come eliminato

il

3

Amendola;

"forti."

Amendola:

"'vedo."

s

A

Tripoli,

firmato

"LA VOCE,"

in "La Voce" del 5 ottobre 1911, p. 661.

6

Amendola:

"col."

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