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1911

questo tentativo, se mai, si potrebbe affrontare

il

problema dell'indirizzo

della

Voce:

prima mi sembra illogico e ingiusto. Non esiste ancora un

fatto concreto che autorizzi Prezzolini a dichiarare ai molti che lo han

seguito fin qui: "D'ora

in

poi la

Voce

si disinteresserà della vostra appro–

vazione e disapprovazione e seguirà una sua linea ch'è questa." Perciò

al tuo

aut-aut

mi sembra che Prezzolini non abbia il modo, né

il

diritto

di rispondere.

Quanto alla questione di Tripoli io ti ho comunicato un mio apprey

zamento, che potrà essere sbagliato, ma che io credo giusto.

È

que–

stione di modo di giudicare l'attualità. Pubblicato nel prossimo numero

l'articoletto riassuntivo del quale parlammo a voce,

2

sembra a me che la

prima fase della questione tripolina sia chiusa.

È

la fase

della formazione

dell'opinione pubblica, della creazione dei motivi determinanti di una

decisione.

Oramai la decisione è presa: stabilita la nostra responsabilità, fatte

chiare le nostre riserve, mi sembra che la questione del come si venne

ad una decisione esca dal campo dell'attualità per entrare in quello

della storia. Ed appunto per occuparci piu d'attualità che di storia, io t'a–

vevo espressa l'opinione che lo spulciamento degli scrittori nazionalisti

(oramai senza conseguenze per la decisione già presa) potesse essere rias–

sunto in breve.

Questo non significa che la "Voce" non si debba occupare

piu di Tripoli.

Ma in questo momento si tratta di operazioni navali, mi–

litari e diplomatiche sulle quali non abbiamo nulla da dire. Un riserbo

dunque su questo punto mi pare doveroso: esso inoltre gioverebbe al buon

nome della

Voce

accusata di sbraitare sempre fuori di proposito. Ma pre–

stissimo la questione tripolina tornerà d'attualità: risoluta ch'essa sia, poli–

ticamente o militarmente, essa diventa una questione italiana:

che fare

laggiu?

L'opinione pubblica

è

nuovamente chiamata a pronunziarsi: noi

riprendiamo il nostro posto, approfondendo la questione coi nuovi dati che

ci saranno forniti dalla situazione e profittando delle riserve fatte. Que–

sto

è

il

mio punto di vista. E questo non mi pare sacrificare questioni

vitali a questioni oziose; ma trattare le questioni vitali con metodo e

con padronanza di se stessi. Del resto, caro Salvemini, la mia opinione

può essere sbagliata: io non pretendo importela, e non vorrei che tu uscissi

dalla

Voce

cosf su due piedi, precipitatamente, mancando, secondo me,

a un obbligo di ponderazione, anche a costo di empir la

Voce

di tuoi

scritti tripolini, che pur giudicassi intempestivi. Questo è

il

mio punto

di vista riguardo alla tua decisione di restare od uscire: resta

ad

ogni costo,

fin che a novembre si possa decidere con serietà;

cerca inoltre

di riflettere accuratamente a tutto quello che ti ho scritto.

Io

dubito che

il contatto con l'ambiente romano, e

il

fiasco morale dell'agitazione socialista

ti abbiano scosso e scoraggiato cosf da rendere per te necessaria assai calma

prima di prender decisioni in questo momento, anche in cose di poco conto.

2

Cfr. doc'. n. 307, nota n. 5.

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