

Carteggio
286.
Giuseppe Prezzolini a Salvemini
Firenze, 5 luglio 1911
Caro Salvemini,
pubblicherò, dunque, quando mi dirai di non ·vergognarti piu d'esser
collaboratore della
Voce.
1
L'incidente fu seccante e noioso, ma inabile e inutile, no, perché per
esser tale doveva essere
cercato
da noi, mentre fu
subJto.2
Certo: avrei potuto lasciar solo Soffici. Ma io non intendo cosf, non
soltanto l'amicizia, ma anche la responsabilità di direttore; e quando so che
altri rimetterebbe la pelle per me, son pronto a rimettercela per lui, sopra–
tutto se so che è nel giusto. Il lavoro di Soffici, come ho tentato di
spiegare, è essenziale alla
Voce,
la quale non sarebbe piu quello che è
stata per tanti giovani, quando non sapesse comprendere varietà di tem–
peramenti e di coltura, e non facesse all'arte quel posto che le spetta
nell'umanità.
Poi c'è anche una questione di salvezza futura della nostra pelle, que–
stione non trascurabile. Dopo l'esempio d'oggi, ci penseranno due volte
prima di toccarci.
Addio, caro Salvemini, la mia funzione è quella di capirvi tutti, d'am–
mirarvi, di aiutarvi e di tenervi insieme tutti. Se non ci riescirò, addio, an–
drò a studiare o a vendere vino e olio.
P.S. Se questo incidente guasta, vi prego: non occupatevi piu del
mio processo e lasciate che mi liberino o mi condannino.
287.
Salvemini a Giuseppe Prezzolini
Roma, 7 luglio 1911
No, caro Prezzolini, io non mi vergogno niente affatto di collaborare
alla
Voce,
e mi duole assai che tu abbia scritto queste parole
1
•
lo sento
286. AS.
1
La lettera di Salvemini cui risponde non
è
conservata in CPr.
2
Un gruppo di futuristi, fra cui F.T. Marinetti, C. Carrà, U. Boccioni, avevano voluto
dare una lezione a Soffici, che
li
aveva criticati; quest'ultimo, spalleggiato da S. Slataper, A.
Spaini, G. Papini e Prezzolini, li aveva attaccati alla stazione di Firenze.
Per l'articolo di Soffici, si veda A. SOFFICI,
Arte libera e pittura futurista,
in "La Voce"
del 22 giugno 1911, p. 5'!7.
287. CPr.
1
Cfr. lettera n. 286.
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