

Carteggio
di riconoscenza commossa per le vostre care parole di saluto e di augurio.
Bisognerebbe che io potessi godere spesso delle serate come quella
del primo dell'annoi
Il mio concorso
è
stato approvato dal Consiglio supériore. E non
ci sono oramai piu difficoltà per il mio trasferimento a Pisa... per l'annu
scolastico venturo. Per quest'anno pare
ci
sia un articolo di regolamento,
che vieta i trasferimenti dopo il 31 gennaio. Perché io
figuro
di far lezione
in altra università.
·
Questa
è
l'Italia d'oggi.
Ho chiesto ufficiàlmente di poter riprendere le lezioni, visto e consi–
derato che laggiu non ci sono e non ci andrò.
Ma son sicuro che le cose rimarranno allo
statu quo.
Se sarà cosf, me n'andrò dopo Pasqua a Parigi a copiar documenti
per le mie Origini dell'Italia contemporanea.
Avrai visto che la riforma elettorale diventa ogni giorno piu attua–
le. Essa ha per sé la vuotaggine universale.
È
un argomento relativamente
facile a capire. Eppoi oramai han messo il dito nell'ingranaggio, e l'ingra–
naggio li trascina.
Ora sto lavorando a render difficile una ritirata. Se la riforma si deve
fare, si deve fare per i contadini e non per gli operai; per il sud e non per
il nord.
Non dispero di riescire.
Ma
occorrerà stare sempre con la miccia ac–
cesa.
Vedrai nella
Critica
del
l°
febbraio una mia proposta di allargamento.'
La ho lanciata, affinché si veda che si può evitare il suffragio universale,
senza ricorrere alle buffonate del Luzzatti, e beneficando realmente e im–
mediatamente il Mezzogiorno.
La ho lanciata come una ipotesi qualunque, che possa servire in
avvenire, quando. sarà il caso di venire al sodo: per ora non parliamo
che di suffragio universale.
Ma sarei ben lièto, se intorno a quell'idea si concentrasse la battaglia.
Per ora essa servirà - spero - specialmente a far cadere l'art. 100
e la proposta Luzzatti.
Ti abbraccio con tutto il cuore; e presenta i piu affettuosi e
rispet–
tosi saluti al tuo adorabile fratello.
2
G.
SALVEMINI,
In tema di riforma elettorale,
in
"Critica sociale" del 16 gennaio, 1° e
16 febbraio 1911, rispettivamente alle pp. 17-20, 37-40 e
50-54.
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