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Carteggio

ai tuoi a dividerne le preoccupazioni e a sentire come mia la loro g101a

dopo che ogni pericolo

è

passato. Non credo di essere stato di grande

aiuto: perché la stanchezza del lavoro dei mesi passati, la crisi di acclima–

tazione che la montagna produce in me durante i primi giorni, il disgusto

per la politica, e altre preoccupazioni di vario genere, fanno di me in que–

sti giorni una specie di straccio inservibile. Ma quando derivano da una

stoffa buona,

è

probabile che anche gli stracci non sieno del tutto inu–

tili; E, non potendo altro, ho voluto molto bene alla tua mamma e alle

tue sorelle in questi giorni.

Sono un po' seccato anche perché

mi

hanno affidata la relazione sul

suffragio universale al prossimo Congresso socialista di ottobre.' Dapprima,

nella forma originaria dell'ordine del giorno del Congresso, mi avevano

li–

vragato. Via facendo, si vede che han pensato di non potersi passare il lusso

di far getto di me. Non ho rifiutato, perché non mi piace fare il prezioso,

né sarebbe spiritoso mostrarsi offeso per la esclusione primitiva. Ma dovrei

pel

20

agosto avere inviato il manoscritto della relazione: e non ho comin–

ciato. E quel che

è

peggio, non so come cominciare né come finire, perché

non ho fiducia nella serietà del prossimo Congresso e prevedo che si ridur–

rà ad una buffonata.

Il conte Cavazza ha poco da dire intorno all'attuale crisi romagnola,

perché le sue terre sono fuori della zona interessata. E del resto tutto quel

che si poteva dire

dal punto di vista dei proprietari

l'ha detto lo Sturani

sulla

Libertà economica

e l'ha diluito il Bellonci sul

Giornale d'Italia:

Qualcosa spero poter dire io

dal punto di vista socialista

a proposito delle

cooperative in un nuovo articolo, che vorrei scrivere e che dovrebbe pro-·

vacare un altro tumulto di proteste. Ma se non riesco a mettere insieme la

relazione pel Congresso, non faccio neanche l'articolo.

·La vecchia amicizia col Bissolati

è

finita davvero. Giustino Fortuna–

to, che era desolato di questa rottura, ha tentato ricucire lo sdrucito. Ma io

chiedevo che il Bissolati ritirasse l'epiteto di gesuita lanciato contro me;

il Fortunato trovava che io avevo ragione di sentirmi da quell'epiteto in–

giustamente offeso; il Bissolati ha detto al Fortunato che

per ora

non

è

pos–

sibile intenderci. E cos1ogni cosa

è

finita; e, per quel che mi riguarda, non

solamente

per ora.

Certi buchi o si rattoppano presto o non si rattoppano

piu. Ne sono, come puoi ben pensare, molto afflitto. E sono terribilmente

imbarazzato di dovermi incontrare personalmente con Bissolati e Turati al

prossimo Congresso. Nel quale ho deliberato di agire per parte mia, come

se non avessi alcun motivo di urto personale con essi, salvo a non avere

rapporti personali di sorta. Ma non so se e fino a qual punto essi saranno

' Cfr. lett. n. 269, nota n.

1.

2

Si veda G.

E.

STURANI,

Sul limite di una prepotenza,

in "La libertà economica," a.

VIII, n. 7, 1° giugno 1910, pp. 221-243. Sul problema romagnolo G. Bellonci era andato pubbli–

cando una serie di articoli ne "Il Giornale d'Italia," fra i quali si vedano in particolare:

I primi squilli della nuova guerra nei campi di Romagna.

Il

conflitto economico sopra

il

con–

flitto politico. Il concordato di Ravenna per la trebbiatura; Nel ginepraio del conflitto rama:

gnolo; La tirannia cooperativista sopra l'ideale del socialismo nel conflitto di Romagna,

rispet–

tivamente ne "Il Giornale d'Italia" del 26 luglio, 30 luglio, 2 agosto, 7 agosto 1910.

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