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Carteggio

Organi amm1mstrat1v1speciali autonomi, eletti da speciali corpi elet–

torali, per ciascuna funzione: dovrebbe essere questo il programma della

democrazia. Nella nuova legge c'è l'organo speciale; ma una parte dei mem–

bri di esso è eletto dai Consigli comunali e provinciali che sono interes–

sati solo a fare imbrogli, mentre i padri di famiglia sarebbero stati ben

piu interessati e competenti a dire i bisogni dei loro figli; mentre l'ele–

mento tecnico avrebbe trovata la via di soddisfare questi bisogni.

Quanto ai poteri dei Consigli, non ci si capisce nulla. Essi non hanno

un bilancio a sé: le loro entrate derivano dai contributi obbligatori dei

comuni e da quelli dello stato. Ma quelli dello stato derivano dal bene–

placito del governo centrale. Tutte le deliberazioni, che portano aumento

di spesa, devono essere approvate dai ministri dell'Istruzione e del Tesoro.

E allora? I contributi dei comuni devono essere spesi comune per comu–

ne; i contributi dello stato sono indipendenti dalla volontà del Consi–

glio, che può solo proporre: il Consiglio non sarà che un qualunque organo

burocratico, a cui sarebbe bastato il provveditore!

II provveditore, dato un Consiglio scolastico veramente autonomo,

avrebbe dovuto essere il rappresentante del governo centrale, col diritto di

mettere il veto alle deliberazioni del Consiglio, e il dovere di curare la

esecuzione delle deliberazioni approvate: una specie di prefetto scolastico

della provincia. Invece, non sa che cosa sta a fare! Lo volevano finanche

privare della presidenza del Consiglio!

Insomma, non ha presieduto alla formazione del Consiglio un'idea

chiara. Tutti, comunalisti e statisti, lo avevano in sospetto o in invidia:

e il Consiglio è nato morto, con funzioni non bene definite.

La burocrazia del ministero farà il resto. Il Consiglio sarà paralizzato

dal centro; non potrà fare un passo, senza l'approvazione del centro.

È

la statizzazione,

senza una responsabilità ben definita di nessuno:

i buro–

cratici diranno da ora in poi, che se le cose non vanno bene, questo di–

pende dal fatto che essi non sono liberi, devono render conto al Consi–

glio provinciale, ecc. ecc.

Eppure c'era un'idea semplice!

Le

entrate del Consiglio provin–

ciale sono costituite: A) dai contributi dei comuni, proporzionati alla

popolazione e alla ricchezza di ciascuno; B) dal contributo dello stato, in–

versamente proporzionato alla ricchezza e alla popolazione dei comuni con–

tribuenti: cioè dove prevalgono i comuni popolosi e ricchi lo stato con–

tribuisce meno, dove prevalgono i comuni piccoli e poveri, lo stato con–

tribuisce di piu. II Consiglio provinciale dispone di queste somme, sotto

la sorveglianza del provveditore, per la esecuzione delle leggi.

Assurda era anche la divisione fra comuni capoluoghi e non capoluoghi.

Tutto compreso credo sia stato bene stabilire che i comuni meno

analfabeti hanno facoltà di conservare l'amministrazione delle scuole. Ma il

venticinque per cento di analfabeti è troppo! Un comune, che dopo qua–

rant'anni ha ancora il venticinque per cento di analfabeti è un incapace!

Io

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