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1910

266.

Salvemini a Giuseppe Lombardo Radice, a Catania

Milano, 7 luglio 1910

Mio caro Peppino,

perché mi scrivi presso la

Voce

e non m Via San Gallo, 10? Cos(

si perde del tempo.1

Vado per il luglio a Molfetta. L'agosto e il settembre lo passerò all'A–

betone, dove vengono anche i Luchaire.

Sulla legge Daneo-Credaro

2

ci sarebbe da scrivere un volume di impres–

sioni.

L'organo provinciale di amministrazione era indispensabile ed

è

merito

del Daneo averlo concepito.

Ma come era bene che fosse composto? Quali poteri doveva avere?

Si è fatto un gran discutere della composizione del Consiglio; ma mi

pare che tutti discutessero a vanvera.

Il Daneo riconosceva che i comuni non han fatto il loro dovere;

viceversa dava l'amministrazione del nuovo ente ai rappresentanti dei me–

desimi comuni: rispettava le autonomie locali, ma nella forma peggiore.

Gli avocazionisti volevano sostituire senz'altro i funzionari di stato agli

enti locali. Tira di qua, tira di là, hanno fatto a mezzo: avremo, dunque,

un'amministrazione formata per metà dai rappresentanti dei comuni e delle

province, cioè delle attuali camorre amministrative; e per metà da mae–

stri elementari, burocratici, ecc.

In

mezzo il provveditore, che sarà clericale

nelle provincie clericali, democratico altrove, e cosi via. Non dico che un

miglioramento non

ci

sarà: esso nascerà dal fatto che i comuni, non do–

vendo piu spendere per le scuole, diventeranno esigenti, e ne chiederanno

molte alla nuova amministrazione.

Ma io avrei preferito che i rappresentanti locali fossero stati eletti

dai

padri di famiglia

col sistema della rappresentanza proporzionale. Un

consiglio formato per metà di membri cosi eletti e per metà di tecnici

sarebbe stato piu al sicuro dagl'intrighi politici e politicanti. Ma l'idea di

chiamare i cittadini all'amministrazione diretta dei loro affari, in Italia

non l'ha nessuno. La sola libertà, che riconosciamo noi ai cittadini,

è

quella

di abdicare periodicamente tutti i suoi poteri nelle mani dei deputati e dei

consiglieri comunali e provinciali: fatto questo,

il

cittadino se ne torna a

casa, e gli altri pensano e fanno per lui.

266. CLR.

1 Salvemini risponde ad una cartolina di Lombardo Radice - in AS - del 3 luglio

1910.

2

Il

disegno di legge sui "Provvedimenti

per

l'istruzione elementare e popolare" era stato

Presentato alla Camera dal ministro Edoardo Daneo (ministro della Pubblica Istruzione dall'll di–

cembre

1909

al

31

marzo

1910)

nella seduta dell'll febbraio

1910;

gli emendamenti di Luigi Cre–

daro (ministro della Pubblica Istruzione dal

31

marzo

1910

al

21

marzo

1914)

furono presentati

alla C~mera nella seduta del 13 maggio

1910:

essi sono io AP,

Camera dei deputati, Documenti.

D_zsegnz~i legge e relazioni, leg. XXIII, sessione ,mica 1909-1913, Atto n. 331 e .331 bis.

Il

d1Segnod1 legge Credaro, approvato alla Camera il 6 luglio

1910

e presentato al Senato il 7 luglio

1910,

vi

fu

discusso il 6 aprile

1911;

divenne la Legge 4 giugno

1911,

n. 487.

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