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1910

249.

Salvemini a Giustino Fortunato

Firenze, 15 febbraio 1910

Carissimo,

ieri, nello scriverti,' mi distrassi coi sentimentalismi, e dimenticai di

parlarti del meglio.

La

tua proposta bella e generosa di raccogliere i documenti del tuo pen–

siero e del tuo lavoro parlamentare, dedicando il provento della vendita, sia

pure in parte, alla nostra Associazione fiorentina,

è

stata accolta con gioia

e gratitudine da tutti gli amici di qui. Ed io - bestia - non te ne

scrissi ieri! Di editori possibili, io non vedo che il Barbera o

il

Garlanda:

il primo piu decoroso; il secondo piu commerciale. Vuoi che ne parli io

all'uno o ali'altro?

Io

credo che, anche indipendentemente dalla tua idea di offrire l'opera

alla Società, sia bene che tu compia quella raccolta.' Essa servirà come do–

cumento di ciò che un uomo ha pensato, ha tentato, ha ottenuto; di

ciò che gli altri avrebbero potuto, e non hanno saputo o voluto. E avrà

anche una grande utilità pratica, perché sarà una battaglia contro la spa–

ventevole ignoranza dei settentrionali e meridionali. "Paese ricco, razza iner–

te": ecco la sintesi dei giudizi dei piu. E di qui derivano nove decimi

dei nostri errori e dei nostri mali.

La

tua voce dopo avere per tanti anni

protestato invano contro quest'errore, comincia oggi ad essere riconosciuta

vera: ecco pertanto l'ora opportuna per raccogliere la tua opera passata, e

presentare sinteticamente le tue idee a chi comincia ad ascoltare e forse

è

già capace di capire.

Io

vado a Roma giovedf. Sabato conferenza alla Camera del lavoro sulla

decadenza parlamentare, questione meridionale e suffragio universale; e do–

menica 27 conferenza al Collegio romano sul tema: "Che cosa

è

la col–

tura."' Dalle stalle alle stelle.

Verrai tu a Roma in quei giorni?

Sono incaricato di invitarti all'adunanza che terrà l'Associazione, o

meglio il comitato promotore dell'Associazione

in fieri

a Roma, al Senato,

il 26 o 27 febbraio.

Da Milano ti avranno mandato o ti manderanno presto il progetto

di statuto e l'invito ufficiale. Saremmo tutti cosi contenti se tu non man–

cassi.

Io,

poi, sogno qualche giornata della prossima settimana, passata

con te, lungi dagli altri uomini, a imparare tante cose che ignoro, e ad ac–

quistar forza e coraggio per quando sarò solo.

249. CF.

l

Cfr. doc. n. 248.

2

Difatti un primo volume di scritti usci di Il

a

poco tempo; si veda G.

FORTUNATO,

Il

mezzogiorno e lo stato italiano, Discorsi politici (1880-1910),

voi.

I,

Bari

1911;

la seconda edi–

zione

di

questo volume ed il secondo uscirono a Firenze nel 1926.

3

G.

SALVEMINI,

Che cosa è la coltura?,

in "La cultura contemporanea,"

a. II (1910),

n.

5-6 (1°-16

marzo), pp.

80-89.

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