

1910
modo lunedf sera a pranzo si potrà chiacchierare tranquillamente, lo spero
almeno.
E noi, me lo prometto con vivo piacere, avremo ancora martedf sera
e mercoldf per parlare di molte cose tranquillamente.
Arrivederci, carissimo, e tanti saluti da Filippo.
248.
Salvemini a Giustino Fortunato
Firenze, 14 febbraio 1910
Carissimo,
le tue lettere mi producono una strana impressione di turbamento e
di gioia.' La vita non può avere per me piu altro scopo, se non quello di
dimenticare me stesso in opere che mi leghino agli altri, in attesa che l'ora
suprema mi liberi da un peso continuo di dolore: e tutto ciò che mi fa
sentire i legami, che mi uniscono agli uomini buoni e generosi, che io amo
e stimo e rispetto, mi dà forza e gioia, dico gioia, non felicità. D'altra
parte io sono come spaventato della responsabilità, che ho verso coloro che
mi amano e mi stimano: sento che non potrò mai dar loro se non la infini–
tesima parte, che dovrei; mi par quasi di ingannarli, lasciandomi giudicare
come essi mi giudicano, senza gridare che s'ingannano, che non
è
giusto e
- oserei dire - hon
è
umano aspettarsi da me tanto!
Io
vorrei, caro, che tu mi apprezzassi al mio giusto valore. Non sono
uno sciocco: no. Assolutamente non valgo gran che: relativamente agli
altri, sono superiore alla media: il che in un paese come il nostro non
è
gran vanto davvero. Ma la mia coltura
è
piena di lacune spaventose. E il
mio temperamento non
è
perfettamente equilibrato. Se fossi un uomo equi–
librato, padrone dei suoi nervi, capace di una linea di condotta sempre
ferma e sicura, io varrei certo assai di piu. Invece... valgo assai di meno.
Ho qui davanti a me le tue ultime lettere e cartoline: ognuna delle
quali
è
stata per me un saluto affettuoso dell'amico lontano; e non ho
ri–
sposto ancora, perché ho avuto un periodo di lavoro affannoso e continuato.
Le
lezioni all'Istituto mi costano molta fatica: ne uscirà fuori un volu–
me; ma intanto ho le doglie del parto. E durante le doglie devo fare mille
altre cose!
Mi duole tanto che la mia indiscrezione possa creare disturbi all'ami–
co, che ti scrisse la lettera da Rionero. Veramente avrei dovuto chiederti
il permesso della pubblicazione. Ma l'articolo per
l'Avanti!
era pronto,
quando mi giunse quella lettera, che mi fece fare un salto - ecco il poco
248. CF.
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Le lettere di Fortunato cui Salvemini si riferisce non sono conservate in AS.
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