

1910
Questa riforma sarebbe per me la riforma ideale. E credo che po–
rremmo ottenerla, purché lavoriamo per un anno sul serio nel paese.
Nel caso che i nostri sforzi per suscitare un'agitazione profonda e im–
pressionante riescissero poco efficaci, dovremmo contentarci di meno. E
allora ci ritireremmo dietro una posizione piu circoscritta: chiederemmo
cioè nelle trattative con gli altri gruppi, che la riforma consistesse: I) nell'e–
stendere a tutti i cittadini il privilegio concesso oggi ai proprietari di essere
iscritti elettori solo che sappiano scrivere la domanda innanzi a notaio; 2) nel
liberare i cittadini da tutte le pratiche burocratiche attuali.
Cioè il sistema dovrebbe essere il seguente. Entro
il
31 dicembre di
ogni anno i cittadini che desiderano essere elettori scrivono la domanda
innanzi al notaio, e la presentano al segretario comunale, ottenendone ri–
cevuta; la segreteria comunale mette nella lista chi risulta, dai registri dello
stato civile, maggiorenne; la lista è mandata all'autorità giudiziaria, che
ne esclude i condannati e la rende esecutiva; è ammessa l'azione popolare
contro i segretari comunali che violino la legge.
Questa riforma io l'accetterei di tutto cuore, se vedessi impossibile in–
sistere sulla precedente. Ma se questa transazione non fosse possibile, ne
rifiuterei qualunque altra; e ricomincerei a far baccano fuori della Camera.
Perché rimanendo allo stato attuale, posso sperare che o prima o poi la
questione risorga; accettando una transazione come la leva elettorale, io ri–
nunzio per venticinque anni a una riforma migliore e veramente efficace, e
compio opera di mistificazione.
Sopratutto io credo che nessuna transazione si debba mai accettare,
se non abbia per base i seguenti due punti:
1) l'elettorato non deve dipendere da certificati scolastici. L'Italia
è il solo paese, in cui il diritto elettorale può essere modificato con un re–
golamento del ministro dell'Istruzione. Proprio cosi! Un regolamento, che
riformi i programmi delle scuole elementari, può rendere piu facile o piu dif–
ficile la conquista del diritto elettorale. E - guarda combinazione! - in
Italia i programmi sono stati modificati nel 1895 sotto Crispi, che fece
anche la famosa
epu,·azione
delle liste, e nel 1904 dall'Orlando: e sempre
hanno elevato il livello delle esigenze e degli studi nelle prime elementa–
ri! Se non altro, questo sistema va combattuto fieramente nell'interesse della
scuola: perché i conservatori rendono piu difficili gli studi nelle prime ele–
mentari per ridurre il numero degli elettori: e cosi rimbecilliscono i poveri
bambini;
2) il diritto elettorale non deve essere conferito da commissioni
politiche comunali e provinciali; ma la iscrizione deve avvenire d'ufficio
per opera dei funzionari amministrativi e giudiziari e sotto la formale re–
sponsabilità di costoro. Nel Mezzogiorno oramai diventano elettori solo
coloro che sono graditi ai partiti ministeriali.
Le
commissioni comunali
non funzionano quasi mai: perché la maggioranza fa a modo proprio,
e la minoranza si rifiuta di partecipare alle adunanze per far mancare il nu–
mero legale. Le domande perciò vanno tutte alle commissioni provin-
421