

1909
affacci alla Camera l'intero problema elettorale o quanto meno la instaura–
zione di un nuovo art. 100 che estenda ai non abbienti l'attuale
privi–
legio dei censiti, di fare la domanda a mezzo del notaio.
Ammetto però teco che a poco gioverebbe la
leva elettorale
nel Mezzo–
giorno.
Facciamo cosi: a febbraio verrai in Roma dopo aver meco cospirato
per via di lettera. Difficilmente otterrai che il gruppo t'inviti se sei in Fi–
renze, ma certo non rifiuterà di discutere teco se sei in Roma, perché sei Sal–
vemini e sei l'apostolo del suffragio e l'argomento interessa, ed effettiva–
mente il nuovo ministero può digerire (ma digerirebbe la Camera?) una
riforma elettorale maggiore della leva, ma che non andasse fino all'univer–
salità.
Scrivimi.
239.
Anna Kuliscioff a Salvemini
Milano, 28 dicembre 1909
Carissimo amico,
non vi risposi alla vostra lunga lettera, perché m'arrivò in un mo–
mento di gran disgusto, anzi di vera nausea, di tutta la politica, la non
parlamentare compresa. E neppur oggi mi riesce di parlarvene a lungo, sia
perché siamo alla fin d'anno in mezzo ad una farragine di lavoro, sia per–
ché oggi non mi sentirei davvero di parlarvi del suffragio universale, del
ministero Sonnino, del gruppo etc. etc. Voglio soltanto esservi presente
col pensiero affettuoso di devota amicizia in questi giorni del terribile
anniversario, e dirvi, se potessi esservi di conforto, quanto affetto, stima e
viva ammirazione avete saputo conquistarvi nella mia piccola, modesta esi–
stenza. Venite a trovarci presto, sarebbe il miglior regalo che avrei potuto
desiderare.
Tante cose da Filippo.
Vi abbraccio con tenerezza.
Se non ci vedremo, tanti auguri! e scrivetemi.
Sono completamente d'accordo con voi nelle critiche, ma mi sarebbe
troppo doloroso, se abbandonaste la nostra
Critica,
dove potete scrivere
tutto ciò che volete. Voglio sperare che ciò non avvenga.
239.
AS. Non s1 e ritenuto opportuno correggere le imperfezioni linguistiche
dello stile della· Kuliscioff.
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