

1909
il
governo dell'altro paese si risenta; e i socialisti di quest'altro paese sa–
rebbero degl'imbecilli, se impedissero al loro governo di farsi avanti, per sem–
plice spirito di solidarietà internazionale: se hanno interesse ad impedire,
impediscano; se sperano che il proletariato
del loro paese
ci
guadagni, ma–
gari a danno di altri, lascino fare.
Terzo punto: sconfessare pubblicamente i nazionalisti italiani,
i
na–
zionalisti slavi, e il governo austriaco, che con una politica malvagia eccita
gli uni contro gli altri; gli italiani si impegnino ad illuminare l'opinione
pubblica italiana sulla ingiustizia delle pretese dei nazionalisti italiani di
Trieste e dell'Istria e sulla necessità di compromessi italo-slavi;
i
socialisti
austnacI SI Impegnino nei loro paesi a combattere le pretese dei nazionali–
sti slavi e ad esigere che il governo di Vienna tratti quei problemi con
spirito d'equità.
Sui punti primo e secondo bisogna che i socialisti austriaci ricono–
scano
pubblicamente
che il diritto
è
dalla parte degli italiani, e s'impegnino
a sostenerlo. Sui punti primo, secondo, terzo basta impegnarsi a un'azione
di propaganda e di pressione legale sui pubblici poteri di qua e di là dal–
l'Isonzo.
Sul punto quarto e sulla faccenda delle spese militari bisogna arnva–
re alla promessa
pubblica
di ostruzionismo e di sciopero generale.
I punti vanno trattati
tutti.
Non si deve commettere l'errore di trat–
tarne alcuni, e di lasciare nell'ombra gli altri.
Su ciascun punto bisognerebbe preparare delle relazioni stampate, che
servissero a far conoscere i dati del problema.
I socialisti trentini dovrebbero fare la relazione sul Trentino, e questa
dovrebbe essere discussa da tutti. Quelli di Trieste e dell'Istria, slavi e
italiani dovrebbero fare altre relazioni sui problemi concreti del loro paese,
e sul modo di risolverli. Un'altra relazione dovrebbe essere fatta sulla questio–
ne dell'università. Tutto questo dimostra - mi sembra - che il convegno
non dovrebbe farsi presto. Se deve essere una semplice buffonata umani–
taria, si può fare presto, ma
è
meglio non farlo mai.
Se vuole essere un mezzo per illuminare l'opinione pubblica e per
determinare un'intesa efficace, occorre che il convegno sia preparato con
grande cura, e che gli oratori vengano ad esporre dati di fatto in quan–
tità e non a dire chiacchiere.
Se non ti rincresce manda questa lettera al Bissolati.
Rileggendo la tua lettera, vedo che vorreste fare un piccolo conve–
gno, non so se pubblico o privato o segreto.
Un convegno segreto fra una dozzina di persone, tutte note,
è
im–
possibile. E farebbe pessima impressione. Che cosa ha da dirsi in segreto
quella gente?
E non servirebbe ad illuminare l'opinione pubblica.
Il metodo da seguire
è
diverso.
Un paio dei nostri, che
conoscano le questioni,
si trovino con Adler,
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