

1909
sia anche
lui;
godrebbe assai e ci farebbe godere di piu". Tu sei stato un
pcco
il
nos_t~o compagno invisibile in questo viaggio cosi ricco di impressio-
ni molteplici e profonde.
.
Io
sono addirittura fanatico delle bellezze fisiche e artistiche di que–
sto veramente grande paese. E sento che
è
sempre grande e forte e ca–
pace di iniziative potenti. Come Parigi appare piccola e insignificante, quan–
do si attraversano per ore ed ore queste campagne feconde, quasi sempre
bene lavorate e somiglianti a giardini. E come si sente bene la origine pro–
fonda e indistruttibile della democrazia rurale e piccolo borghese della
Francia, quando si vedono le città di provincia formate tutte di piccole
casette, decorose e indipendenti l'una dall'altra, ognuna per una famiglia; e
quando si vedono, anche nei piu piccoli villaggi, i contadini e le conta–
dine leggere
il
giornale. Mi fanno una strana impressione i manifesti che
riguardano prestiti lanciati dagli stati esteri e da compagnie capitaliste di
ogni genere, manifesti affissi in paesi anche remotissimi dai grandi centri
abitati: fra noi manifesti di quel genere non se ne vedono: noi non siamo
in grado di comprare azioni di ferrovie americane o di officine ... giapponesi!
Oggi a Narbonne abbiam trovato il municipio imbandierato, e si pre–
parava una illuminazione serale per festeggiare la caduta di Clemenceau.
La
portiera del Museo era raggiante di gioia, e ne faceva parte a noi.
Per me questo viaggio
è
una rivelazione sopratutto dal punto di vista
artistico. Le cattedrali di Auxerre, di Issoire, di Brioude, di Clermont Fer–
rand, di Alby; e i castelli, che abbiam visti fra Auxerre e Le-Puy, sono
fra le costruizoni piu interessanti che io abbia mai viste. Ma le abazie
di Vézelay e della Chaise-Dieu, e la cattedrale di Le-Puy, e la chiesetta
e il chiostro di Moissac, e Carcassonne, superano qualunque aspettazione.
Sono passato di meraviglia in meraviglia; e penserò sempre a questi giorni
trascorsi con un gran desiderio e una grande emozione.
Eppoi questa vita all'aria aperta, col pensiero costretto a riposarsi e a
non pensare nel movimento rapido, e la vita comune con la tua sorella e coi
tuoi nipoti, mi han fatto tanto bene! Ho un gran desiderio di mettermi
a lavorare e di vivere non inutilmente la mia vita.
Dev'essere ben grande la felicità di una mamma come la tua o come
la tua sorella, che si sentono circondate dall'affetto di una figliolanza, nu–
merosa, moralmente sana, capace di apprezzare tutto il bene ricevuto dal
cuore materno. Dinanzi a tanta fortuna tutti i dolori della vita si scolori–
scono. E la bontà non potrebbe avere premio migliore di una vecchiaia
circondata da figli buoni e affettuosi.
Guardando quei due ragazzi accanto alla loro mamma, che sembra la
loro sorella maggiore, io :ni sento preso da una grande dolcezza dolorosa;
e il pensiero che a me
è
stata tolta ogni speranza di un simile premio al
mio lavoro, non mi tormenta e non mi rende disperato. A stare con la gente
buona, si diventa meno cattivi; e si fa provvista di coraggio contro le
tristi idee, osservando la loro felicità.
Presenta i miei migliori auguri e saluti alla signora Piacei, alla signo-
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