

Carteggio
Alla stazione di Bari era ad aspettarti un vero esercito di debellisti. La
tattica delle camorre locali dei nostri paesi
è
sempre una: appena arriva
un forestiere autorevole, circondarlo, sequestrarlo, impedirgli di ascoltare
gli avversari, suggestionarlo, travolgerlo.
Se tu entri in Gioia del Colle circondato da debellisti, tutto il paese
crederà che tu sia amico di De Bellis. I contadini diventeranno diffidenti
e non ti parleranno piu apertamente. Gli elettori di
De
Luca Resta, qualora
la tua inchiesta riescisse sfavorevole ad essi, direbbero che tu non hai potuto
fare l'inchiesta liberamente. I debellisti stessi, durante la tua dimora a Gioia,
si vanterebbero della tua amicizia.
Bisogna che tu arrivi a Gioia solo, e che non accetti né ospitalità.
né inviti da nessuno.
Il meglio che tu possa fare - permettimi di consigliarti, perché co–
nosco bene i miei polli -
è
di andare direttamente alla lega dei conta–
dini, rifiutandoti ostinatamente di farti condurre altrove. E H dichiarare che
intendi rimanere solo coi contadini, per interrogare essi prima di ogni altro.
Quest'atteggiamento ti concilierà la fiducia dei contadini, che senza testi–
moni e intermediari ti parleranno a cuore aperto.
Poi ascolta pure i debellisti. Ma bada bene a non venir via da Gioia
senza ascoltare anche i seguaci di De Luca Res-ta.
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Invita gli uni e gli altri
a delegare quattro o cinque per gruppo a parlarti. Magari fa' venire i rap–
presentanti dei due gruppi tutti insieme a parlare davanti a te. Questa
è
la
procedura piu spiccia e piu conclusiva.
E la stessa procedura occorrerebbe tenere anche nei paesi dove pre–
vale De Luca Resta: prima interrogare i contadini, poi far venire a sé i
capi dei due partiti diciam cosf borghesi, e metterli a confronto.
Da quanto ho raccolto a Bari, pare che la linea di difesa dei debel–
listi consista nel riconoscere le violenze da essi perpetrate, attenuandole, e
giustificandole col dire che anche gli avversari hanno usato violenza e che
essi dovevano difendersi contro la corruzione del De Luca Resta.
Certo, se le violenze e la corruzione fossero dimostrate nel partito De
Luca Resta, la violenza dei debellisti sarebbe in parte giustificata. Ma a
Gioia del Colle il partito di De Luca Resta non ebbe modo neanche di
respirare. Prima, fino alla mattina del sabato, dovettero scappare. Poi, quan–
do i debellisti si avvidero che gli avversari scappando potevano far autenti–
care legalmente la loro assenza da Gioia e perciò non essere fatti comparire
come votanti, chiusero gli sbocchi del paese e impedirono le uscite. E ad
ogni modo, altra
è
la violenza di chi si difende da sé, altra
è
la violenza
di chi assolda la mala vita e ottiene dal governo l'ausilio della questura:
la prima è violenza di forti, la seconda
è
violenza di vigliacchi.
Bada che ogni parola che tu dirai avrà una importanza enorme. L'ele–
zione di De Bellis, qualunque atteggiamento tu assuma, sarà convalidata.
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Il marchese De Luca Resta, avversario
di
Vito De Bellis nella elezione di Gioia del
Colle del 7 marzo 1909.
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