

Carteggio
A me pare che il merito di quell'articolo consista specialmente nel–
l'avere messo in luce che il centro della questione balcanica
è
oggi in
Serbia e in Montenegro: o l'Austria consente alla Serbia e al Montenegro
di unirsi fra loro e col mare, e questo vuol dire che rinunzia alla con–
quista di Salonicco; e noi dobbiamo essere soddisfatti. O si oppone alla
liberazione economica della Serbia e del Montenegro, e allora vuol dire
che tutte le sue ambizioni sono piu vive che mai, e che il ritiro dal
Sangiaccato non
è
che un passo indietro per saltare avanti.
La politica dell'Italia ha consistito finora nel salassarsi per l'Austria e
per la Germania e nel lasciare ad esse le mani libere in Oriente, ottenendo
in compenso la garenzia di Roma e la facoltà di occupare Tripoli, dopo
l'Abissinia e il Benadir.
Da ora in poi la questione di Roma per noi non deve esistere piu.
È
chiusa. Chi vuole Roma, venga a prenderla. Non saranno le proteste
del Papa, che ci toglieranno Roma. Ci vogliono
i
cannoni. E gli altri Stati
ci muoveranno lite non per
i
begli occhi del Papa, ma
per altri motivi,
suscitando il pretesto della questione romana. E allora ce la vedremo.
Alla espansione coloniale in Tripoli dobbiamo rinunziare. L'Abissinia
e il Benadir ci serviranno per darli in compenso ad altri a suo tempo.
Noi dobbiamo concentrare tutte le nostre forze per difendere la nostra
espansione commerciale nella penisola balcanica. E perciò dobbiamo resi–
stere alla Germania e all'Austria.
Ciao. Mille affettuosi saluti.
Hai fatto bene a non parlare al
Corriere.
Ma non il
Corriere
ha il
diritto di dispiacersi della mia lettera burlettante; io bensi dell'articolo,•
che dette luogo alla mia lettera. Il
Corriere
si occupò di un argomento
serio da me trattato, facendo la burla. Come dovevo rispondere io? Se
avessi risposto sul serio, avrei fatta una figura ingenua; dovevo o tacere,
o prendere in giro chi aveva cercato prendermi in giro.
Quanto alla rettifica, che mandai al resoconto del mio discorso sulla
politica estera, essa
fu
anche troppo mite: perché il
Corriere
alterò in
maniera tale le mie idee, che non solo mi fece liquidare
definitivamente
l'irredentismo, ma mi fece anche dire che nel Trentino sono mescolati in–
sieme italiani e austriaci, suscitando contro di me . un uragano di pro–
teste.
Io
avrei dovuto rettificare anche questa sciocchezza, facendo fare una
cattiva figura al
Corriere.
Ma preferii tacere. Come vedi, sono in credito.
I miei stanno tutti benissimo. Oggi
è
la nascita di quella pettegola
della regina madre: perciò hanno tutti vacanza. E la casa mia
è
una
vera casa del diavolo.
4
Cfr.
La
verità i11grata,
non firmato, nel ''Corriere della sera" del 15 ottobre 1908.
394