

1908
notare come le declinazioni e le coniugazioni non erano che applicazioni
continue delle poche regole di fonologia dapprima imparate; nello stesso
temPo mi faceva fare molte traduzioni dal greco in italiano e dall'italiano
in greco. Ebbene posso assicurarti che nessun studio mi
è
stato piu di–
vertente e piu utile di quello. E quando ho insegnato il greco con lo
stesso modo, ne ho avuto resultati miracolosi, perché tutta la grammatica
greca si riduceva ad operazioni semplicissime e divertentissime di compo–
sizioni e scomposizioni di vocali e di consonanti, e le forme ricondotte
sotto pochi paradigmi riescivano facilissime ad essere individuate.
È
tutta questione di buon senso e di misura.·
Quanto alla matematica, non· ne abbiamo parlato
ex-professo,
perché
temevamo di dire corbellerie. Ma anche ad essa si applica il
multum non
multa.
In
geometria io mi contenterei del solo primo libro di Euclide,
purché gli alunni fossero molto esercitati in problemi che dovrebbero ri–
solvere da sé. La diminuzione del sovraccarico in questa, come in altre
materie, verrà dalla sua riunione con la fisica. Lo specialismo dei profes–
sori è la causa dei mali peggiori delle nostre scuole.
Se dai un'occhiata ai quadri degli orari, vedrai che il difetto delle
troppe materie contempcranee noi abbiamo cercato di evitarlo. Per esempio
nell'ultimo biennio della scuola classica gli alunni avrebbero tre soli pro–
fessori (invece di otto) e studierebbero solo filosofia, latino e greco (coor–
dinati), storia, fisica; e darebbero tre soli esami (invece di otto). Inoltre
ognuno di questi studi non avrebbe un programma
a priori;
ma si direbbe
ai professori: insegnate quel che potete, senza badare alla quantità, occu–
pandovi solo di aprire la mente ai vostri alunni, che debbono essere igno–
ranti nella loro qualità di uomini, ma sempre in questa qualità devono es–
sere intelligenti. Ma ridotte in limiti cos( ragionevoli le esigenze della scuo–
la, saremmo spietati con gl'inetti e coi poltroni: e in questo consiste la
nostra severità.
Il Galletti è un insegnante di liceo, che l'anno prossimo insegnerà
a Firenze e che mi propcngo di farti conoscere. I capitoli del libro li
abbiamo messi insieme un po' per uno; ma il lavoro di coordinazione
fi–
nale e la vernice formale l'ho messa io, che avevo piu tempc.
Se vuoi scrivere qualcosa sul libro, ti raccomando l'ultimo capitolo.
Trascura pure il resto, ma vedi se ti riesce di far capire a questi zuc–
coni d'italiani che senza riformare il ministero non si conchiude nulla.
Come vedi, sono all'Abetone. Carlo
è
qui, ma partirà fra un paio
di giorni. La signora Piacei non cos( bene come in primavera; ma nell'in–
sieme, data
la
sua età, benino.
La
signorina Adelaide sempre fra letto e
lettuccio.
Addio, caro Francesco. Non puoi credere che piacere mi ha fatto la
tua lettera. Presenta le mie piu rispettose profonde felicitazioni al tuo No–
vello' per il trionfo riportato nella grande prova degli esami dalla terza
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Novello Papafava.
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