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1908

Io

ti consiglio ad accettare Palermo, dichiarando che non accetti

Bari e Modena perché non intendi accettare le grandi sedi stabilite dal

regolamento. Come presidente della Federazione devi far cosL Eppoi Pa–

lermo resterà sempre grande sede, mentre le altre o prima o poi saranno

decapitate. Eppoi

è

bene che tu conosca un poco il mezzod1; o prima o

poi entrerai nella vita politica, e questo ti farà bene. A Palermo avresti

larghissimi mezzi di lavoro non meno che a Modena.

Tu mi scrivi che io dovrei essere costi con voi a vedere in quali

occupazioni se ne vadano giorno per giorno il tempo e l'attività nostra

e diventerei piu indulgente.

1

Ma l'accusa che io vi faccio

è

appunto quella

di occupare

il

tempo e l'attività in quegli affari, mentre dovreste dire

chiaro e tondo che siete stufi di quella vita da cani; che siete stufi di

ruoli A e di classi aggiunte e che intendete mandare tutti al diavolo.

E questo dirlo ad alta voce, e muovere all'assalto voi su una grande que–

stione di principio e non consumarsi in piccole scaramuccie di detta–

glio, nelle quali se vincete non vincete nulla, se perdete perdete tutto.

Io

in questo momento, sopraffatto dal maledettissimo volume sulla

scuola media

2

-

e vuoi che ti mandi i fogli via via che si tirano - non

posso occuparmi d'altro; ma appena libero muoverò io all'assalto, pubbli–

cando sui

Nuovi doveri

un articolo sulle due tendenze della Federazione,

in cui scriverò quel che ti scrissi in dicembre in una lettera lunghissima.

Ma quest'articolo occorrerebbe che lo scrivesse il Qonsiglio federale. A me

fa male al cuore vedere come un Consiglio federale come questo, pieno

di elementi di primissimo ordine, si consumi in un lavoro vano perché

non ha il coraggio di essere sé. Kirner a quest'ora avrebbe presa

la

sua

strada. E ti confesso che piu spesso

ti

scriverei per dirti le mie idee. Ma

lo credo lavoro vano. Finché non vi decidete a dare una grande battaglia,

le iniziative particolari riusciranno tanto piu dannose, quanto migliori sa–

ranno, perché i piccoli successi di dettaglio serviranno solo a dissimu–

lare la mancanza di una grande linea generale.

In

queste condizioni

è

bene

che il nostro metodo dia tutti i suoi frutti di stabilità. L'esperienza sarà

p1u conclusiva.

E uno dei motivi per cui da alcune settimane non collaboro ai

Nuovi

doveri

è

anche il desiderio che ho di non aggiunger con le mie note un

po' di pepe a questa minestra insipida, che

è

diventata la Federazione.

Purtroppo resta sempre il Lombardo-Radice a metter pepe abbastanza; ed

è

male. Il marasma deve arrivare fino in fondo. Chissà che alla fine non

ti convinca che il tuo metodo di resistere nei dettagli, invece di muo–

vere a un attacco d'insieme

è

sbagliato.

Per il Di Francia ho impegnato il [...

],G

ma non mi

è

stato an–

cora possibile avere dal Di Francia una memoria chiara e ordinata su

1

La lettera di Mondolfo cui risponde non

è

conservata in AS.

2

Cfr. doc. n. 195, nota n. 5.

3

Parola illeggibile nel testo. Letterio Di Francia era insegnante nella scuola italiana di

Tunisi.

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