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Carteggio

con vero amore, e mi considero felice se riesco ad essere da essa

sentito

ed amato.

La nostra amicizia, caro Gentile, non

è

di quelle che sieno destinate

a dissolversi, perché non si fondano né su un interesse personale, né

su una semplice comunanza di opinioni. Essa

è

nata da una omogeneità

di carattere morale, la quale non può mutare come mutano gl'interessi e

le idee. E da essa noi ricaveremo sempre il maggiore di tutti i vantaggi:

un reciproco miglioramento morale.

Non solo io consento ma desidero

vivissimamente

che

tu

legga sulle

bozze il libro sulla scuola media. Anche il Galletti ne sarà ben lieto.

Io,

anzi, avevo posto te nella lista di quegli amici, a cui avrei pregato il San–

dron di inviare una copia delle bozze via via che erano buone per la stam–

pa, affinché ci facessero le loro osservazioni, e noi potessimo tener conto

di queste in un'appendice dichiarativa. Avremmo voluto far vedere, anzi,

il manoscritto prima che si cominciasse a stampare. Ma ciò ci avrebbe

fatto perdere molto tempo; e per giunta il manoscritto

è

cosi orrendo, che

solo al Lombardo io potevo chiedere l'abnegazione di leggerlo. Prendi,

dunque, le bozze quando e come ti farà comodo; e mandami - se non

ti rincresce - le tue osservazioni. Vedrai che nel primo capitolo ho ru–

bato un'intera pagina della tua

scuola laica.

Della quale fai bene a continuare a occuparti, per non lasciare il

campo libero a... quegli altri. Anch'io me ne occuperei; ma ho giurato e

ho fatto giurare al Galletti che dobbiamo rinunziare al mondo e alle

sue pompe finché quest'eterno volume sulla scuola media non sia pubbli–

cato. Unica eccezione

è

la mia prossima venuta a Palermo, determinata

anzitutto dal desiderio di vedere te, Peppino e l'Amato; e poi dal biso–

gno di guadagnare una cinquantina di lire, bagolando per un'ora, col cui

aiuto arrivare alla fine del mese.

Spero che la

Rivoluzione francese

non ti dispiaccia fino in fondo.

Gli

specialisti

non ci hanno capito nulla; ne sono rimasti disorientati.

Ciao. Un abbraccio e arrivederci presto.

213.

Salvemini a Ugo Guido Mandolfo, a Assisi

Messina, 11 febbraio 1908

Mio caro Guido,

quando lessi che tu en nescito primo, ne fui lieto assai. Ma non rie–

sco ancora a capire che cosa tu possa avere scritto sul Tirreno.

Io

avrei

presentata carta bianca.

213.

AFNISM; ed. in

AMBRosou,

pp.

630-632.

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