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Carteggio

211.

Giovanni Gentile e Giuseppe Lombardo Radice a

Sa/vernini

Palermo, 1° gennaio 1908

Mio carissimo amico,

non volevo ringraziarti del magnifico dono che mi hai fatto del tuo

libro,' senza poterti dire che l'avevo letto; ma ho potuto appena comincia–

re, e intanto mi vergogno d'aver lasciato passare tanto tempo senza man–

darti un grazie. Ti ringrazio dunque di gran cuore, dicendoti solo per ora

che il desiderio vivo che avevo già di leggere questo tuo libro mi s'è

acuito moltissimo per la lettura delle pagine che fin oggi ho potuto leg–

gerne, dell'introduzione; e che, appena sbrigatomi da certi articoli, che

ora ho sulle braccia, e per cui sono già in ritardo verso il Croce e altri,

il primo libro che studierò sarà il tuo, e forse, se troverò qualche cosa

da dire che non esca dalla mia competenza, ne parlerò nella

Critica:

Non ti dico il piacere che m'hanno arrecato le parole che t'è piaciuto

di scrivermi nella prima pagina. Ti conoscevo abbastanza per ammirarti

da parecchi anni; ma il primo giorno che fummo insieme a Napoli mi

fece conoscere di te ciò [che mi attirò subito a te, e a te mi strinse

d'a–

micizia fraterna con una forza, che il giorno dopo mi tirò a farti quella

pubblica dichiarazione! Solo a Napoli io ho imparato a conoscere l'animo

tuo come uno di quei pochissimi, che io sono andato cercando sempre

nella mia vita come i soli degni di essere cercati. Ho avuto sempre pochis–

simi amici; e ogni volta che ne ho trovato uno, è stato un avvenimento

importante per me e una data veramente memorabile.

Cosf potessimo vederci spesso! Con Lombardo parliamo sempre di

te, e io non ti scrivo perché ho sempre da lui le tue notizie, e incarico lui

di mandarti i miei saluti. Ora ho appreso con gran piacere che verrai per

una conferenza; e cos( staremo insieme un paio di giorni.

Allora potremo anche discorrere (se non t'è venuta a noia la

scuola laica) del nostro disaccordo intorno all'istruzione religiosa del po–

polo; giacché non voglio certo seccarti proprio per lettera, e per capo–

danno. Del resto in un prossimo mio articolo (di conclusione) nei

Nuovi

doveri

vedrai che mi ricordo di quello che mi scrivesti a proposito della.

mia conferenza bruniana.3 E forse vedrai anche che neppure in questo punto

il mio pensiero diverge molto dal tuo.

Il Lombardo mi dice tanto bene del tuo libro sulla riforma della

211. AS.

t

Il libro cui allude

è

La

Rivoluzione francese:

si veda il doc. n. 206, nota n. 3.

2

Non risulta che ne abbia parlato.

3

G. GENTILE,

Scuola laica

[relazione al congresso

di

Napoli], in "Nuovi Doveri," 15 set–

tembre-15 ottobre 1907, pp. 178-180. La lettera

di

Salvemini, cui si riferisce, dell'8 ottobre 1907,

è

pubblicata

al

n. 206.

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