

Carteggio
bitudine ad osservare i fatti politici e sociali,. che si svilupperanno in•
torno a lui, con un po' meno di pregiudizi semplicisti e con un po' piu
di serenità e di originalità, che non possono fare tanti altri. Il giovane,
a cui io vorrei dare una cultura storica a modo mio, uscirebbe dalle i:nie
mani assai probabilmente ignorantissimo di storia; né io ne farei un cle–
ricale o un socialista, secondo che piacesse a me: l'alunno intelligente
avrà
sempre
idee diverse da quelle del maestro, e la missione del maestro
non è quella di versare le idee già fatte nella testa dell'alunno, ma di
allenare l'alunno a costruirsele da sé, conforme al proprio temperamento,
e sotto la pressione naturale dell'educazione familiare, della posizione so–
ciale, di tutte le mille circostanze esterne, che influiscono nella forma–
zione psichica del giovane infinitamente piu di qualunque maestro. L'a–
lunno che avesse studiata la storia come voglio io, uscirebbe dalle mie
mani meno intollerante, meno giacobino, meno violento di prima; non
attribuirebbe tutti i mali d'Italia a Giolitti, tutti i mali della Russia a
Nicola II; leggendo i giornali si avvedrebbe subito dell'impossibilità di
alcune affermazioni e dell'assurdo di altre interpretazioni; non sarebbe né
reazionario né rivoluzionario; saprebbe forse sacrificare a tempo qualche
suo privilegio per evitare sacrifizi maggiori in avvenire poco piu lonta–
no; sarebbe un po' piu uomo e un po' meno bestia; e - beato lui! -
non
saprebbe
la storia ma dovrà avere
studiata
la storia per arrivare a
quel punto. Per ottenere questo scopo educativo non è necessario che
il giovine studi tutta la storia: starebbe fresco! Basta che studi alcuni
gruppi di fatti storici piu caratteristici e piu impressionanti, che devono
essere
gruppi di fatti
e non fatti isolati. Niente genealogie, niente cro–
nologie, niente battaglie da imparare a memoria. Ma preso un punto di
storia, cercare di rendersi bene conto dei fatti - non dico di tutti, ma
del maggior numero possibile di fatti - che si annodano intorno a quel
punto, e cercar di capirne le cause prossime e lontane, le conseguenze pros–
sime e lontane, le ripercussioni reciproche degli uni e degli altri.
Vedo che mi sono lasciato andare a scrivere una vera e propria pre–
fazione a un libro... che non c'è. Vorrei non averla annoiata troppo,
e non aver fatto una figura eccessivamente presuntuosa.
Or eccole la nota dei libri.
Segno con un asterisco quelli che mi
sembrano piu utili.
I.
Opere sintetiche, da leggersi prima di tutte le altre per avere alcune
poche fondamentali vedute d'insieme:
1.
Guizot,*
Histoire de la civilisation en Europe jusqu'à la révolution
française.
2. Quinet,*
Les revolutions d'ltalie.'
1
Fr. P. G. GUIZOT,
Histoire gé11éralede la civilisatio11 e11 Er,rope depuis la cbttte de
l'Empire romai11ir,squ'à la Révolutio11 /rançaise,
Paris 1882, 19" ed.; E.
QUINET,
Les Révolutio11s
d'Italie,
Paris, 1848-lSJl.
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