

1907
Del resto Alati sta pensando e scrivendo. Anch'io forse penserò
e
scriverò. "L'Italia aspetta".
P.S. Dimenticavo che mi hai anche chiesto un collegio per Mondol•
fo. Ahimè, dove trovarlo?
Lo
volevi anche "con tutti
i
comodi". Se lo
avessi, lo porterei magari per te, che saresti un deputato
monstre.
Ma
ora io porto piu volentieri, per i collegi possibili, dei buoni candidati ope•
rai. Sono stufo di avvocati, di professori. Non servono a nulla. Bada che
a fine settembre avremo una conferenza o convegno, privato ma impor•
tante, sulla Confederazione del lavoro.4 Daremo fondo all'universo. Forse
a Reggio Emilia. Se tu fossi da queste parti ci dovresti venire. Addio,
addio.
202.
Salvemini a Lina Cavazza, a Bologna
San Marcello pistoiese,
11
settembre [1907}
[... J
io non credo che lo studioso di storia debba proporsi quello di
"imparare la storia".
La
storia
non è possibile impararla. Nessuno la sa–
prà mai, perché nessuno potrà mai circonscriverla in sicuri confini.
Lo
sco•
po che deve proporsi il giovane, che studia storia senza proporsi lo scopo
di diventare storico, è a mio credere quello di prepararsi alla vita civi–
le, rendendosi conto mediante lo studio dei fatti passati delle origini delle
istituzioni moderne, e avvezzandosi ad osservare la complessità della strut•
tura sociale, la continuità del processo storico, i rapporti di causalità e
d'interdipendenza fra i fenomeni consecutivi e contemporanei. Non è as•
solutamente necessario che un uomo colto sappia a chi era figlio Carlo
Magno e quale battaglia fu l'ultima della guerra dei Trent'anni. E no–
vanta volte su cento i fatti bruti di cui il giovane ha avuto conoscenza
nei suoi studi storici cadranno prima o poi del tutto dalla sua memo–
ria. Ma questo non vuol dire che lo studio sia stato inutile. "La cul–
tura è ciò che resta in noi dopo che abbiamo dimenticato tutto ciò che
avevamo imparato". E ciò che resterà in chi avrà fatto un buon corso di
letture storiche, dopo che avrà dimenticato tutte le sue letture, sarà l'a-
4
Si tratta del convegno, tenutosi a Firenze, fra
la
Confederazione generale del lavoro e
il Partito socialista italiano, il 7-9 ottobre 1907.
202. Copia parziale in CDI: su di essa
è
l'annotazione di Elsa Dall'Olio "a Lina
Cavazza, a Bologna." A proposito di questa lettera, Salvemini cosi le scriveva, in un bi~
glietto non datato, ma del 1955, conservato in CDI: "[. ..] Vedo che mentre la mia lettera
ha la data dell'll settembre del 1904
tu
dubiti a ragione che sia del 1907. Lascia
d_unquesenz'altro il 1907.
Io
la lettera la pubblicherei cosi come fu scritta allora. Non
credo sia il caso di modificare nulla nei nomi: questi sono quelli che io potevo pro–
porre in quel momento. Se dovessi rifare la lista oggi vi aggiungerei ben altri nomi
e ne toglierei parecchi, ma si salterebbe allora dal 1907 al 1955 [...
l"
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