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1906

salute della signorina. Speriamo che non si scoraggi, perché ne avrebbe

proprio i suoi buoni motivi.

Ho letto in questi giorni passati qualcosa intorno al Congresso di

Vienna. La figura di Talleyrand ne

è

uscita per me molto diminuita.

In

fondo, mi pare che egli non abbia avuta altra preoccupazione che quella

di rompere la quadruplice alleanza; e pur di ottenere questo successo

di forma, non ha badato a fare il male della Francia. Quando la Prussia

voleva occupare il regno di Sassonia e mandare il re di Sassonia nei paesi

del Reno, la Francia avrebbe avuto tutto l'interesse a secondare la Prus–

sia, perché cosi avrebbe avuto sul Reno un principe debole e cattolico,

che le sarebbe servito di antemurale contro la Prussia. e avrebbe potuto

essere inghiottito al momento opportuno senza grandi difficoltà. Invece

il Talleyrand non si preoccupava che di rompere la Santa Alleanza; e

siccome Inghilterra e Austria non ne volevano sapere della idea prussia–

na, egli si mise a soffiare nel fuoco. Il resultato

fu

che la Prussia riesd

pel momento sconfitta; ma invece di avere il regno di Sassonia, ebbe i

paesi del Reno; e la Francia si trovò ai fianchi uno stato potente

e nemico, anziché uno stato debole e amico.

La

prima responsabilità della

perdita dell'Alsazia e Lorena mi pare che risalga proprio al... tuo Talley–

rand. Che ne dici? Val proprio la pena di essere abili come Talleyrand,

se l'abilità deve riescir tutta a danno del proprio paese?

Fino agli ultimi di dicembre sarò ingolfato a scrivere, in collabora–

zione con l'altro dimissionario dalla Commissione reale, un volume sulla

riforma della scuola secondaria: Sono abbastanza soddisfatto del mio la–

voro; e se potrò continuare ancora un poco a godere della capacità di ap–

plicazione di questi giorni, non dispero di conchiudere qualcosa d'inte–

ressante. Per lo meno dimostrerò che i denari dello stato non me li sono

mangiati a ufo; e che se ho piantata la Commissione, questo non

è

dipeso

dal fatto che non avessi idee o che avessi scarsa fiducia nelle mie idee.

Ho scritto subito al Gerìni,3 che mi duole non abbia ricevuta una

lettera da me inviatagli non appena ricevei gli opuscoli. Evidentemente

la lettera si smarri. E non vorrei che il Gerini fosse stato in pensiero,

o mi avesse giudicato per un villanzone trascurato.

Che notizie hai di politica estera? Questa alleanza fra Prussia, Au–

stria e Russia, di cui parlano

i

giornali, proprio si fa? Per l'Italia sarebbe

una rovina. Chissà se proprio il Tittoni farà dichiarazioni importanti alla

Camera riguardo al rinnovamento della Triplice. Se fossi deputato, insi–

sterei perché il ministro parlasse chiaramente. Oramai il maggior pericolo

è

per noi il non avere una linea di condotta chiara. Meglio andare sen–

z'altro con la Germania, che finire con l'essere tenuti in sospetto e dalla

Germania e dall'Inghilterra. Ogni partito ha i suoi vantaggi e

i

suoi svan-

2

Cfr. doc. n.

19,,

nota n.

5.

~

Pietto Gerini, cultore

di

storia di Firenze e della Toscana; possedeva una ricchissima

collezione di opuscoli, di cui Salveminì si servi. In AS sono conservate due lettere, del 26 set–

tembre 1905

e

22 novembre 1906.

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