

1906
disgregazione dei nostri ordinamenti militari in caso di guerra, e perciò
la rende piu prepotente ed aggressiva ed esigente, e peggiora la situazione.
Quanto alla idea, da cui ero stato preso, di dare un calcio agli stu–
di essa
è
passata del tutto. Avrei fatto come quel contadino, che per
fa;
dispetto alla moglie si castrò. Ma si fa presto, caro mio, a dire come
dici tu: "Sii un grande storico!" La canaglia accademica, confinandomi a
Messina e togliendomi ogni copioso mezzo di studio, m'impedisce appunto
di riescire - dato che io ne abbia in me la stoffa - un grande storico.
E bada che quest'ultimo concorso ha tappati tutti i buchi per dieci anni.
E fra dieci anni io non concorrerò piu, perché certi stravizi si fanno in
gioventu solamente.
Io
ho fatto dieci concorsi in dieci anni. Ho il di–
ritto di essere stanco. E oramai non intendo piu sottomettermi al giu–
dizio di gente che disprezzo.
Il mio piano nuovo di vita
è
oramai il seguente. Stabilire la mia fa.
miglia a Firenze. Andare a Messina solo in quei quattro mesi, in cui si
fa
lezione. Studiare a Firenze per gli altri otto mesi. E lavorare da ora in
poi liberamente e fieramente, senza piu preoccupazioni né di cattedre, né
di concorsi, trattando dall'alto in basso i giganti-pigmei del mondo ufficiale,
godendomi la mia indipendenza, non cercando nulla agli altri, fidandomi
solo in me stesso. La lezione di questo concorso mi
è
stata molto utile.
Dopo un periodo di rabbia velenosa e di smanie distruggitrici, ho capito
che il torto era mio e non dei miei giudici. Sono stato io un imbecille a
lasciarmi giudicare da gente, che non può capirmi e che mi crede simile a
sé. Non dovevo illudermi di poter vincere. E perciò non dovevo parte–
cipare a una lotta, i cui resultati erano già fissati in precedenza. Mi ser–
virà per l'avvenire.
Stiamo trattando con altri due amici per la fondazione di una
Ri–
vista storica,
fatta con criteri veramente storici. Se, come sembra pro–
babile, il nostro piano riescirà, avrò allora molto da fare;
~
avrò trovato
la
via per contribuire davvero al progresso della cultura del nostro paese.
Addio, caro Piacei. Non sono d'accordo con te... nel poco lusinghiero
giudizio, che dai delle mie attitudini politiche. Per quel che
fa
la piazza,
credo che non sarei degli ultimi, se mi ci mettessi. Ma ne varrebbe la
pena? E sopratutto per influire sulla vita politica del paese
è
piu utile
oggi in Italia stare fuori della Camera e dei gruppi politici ufficiali, che
consumarsi nel mestiere di deputato. Ecco perché di essere deputato non ho
voglia. E se l'idea mi ha attraversata la testa in un'ora di malumore, ora
si
è
dileguata. Ma forse la mia ora verrà nel 1911, come tu dici. Addio.
Presenta i miei rispettosi saluti alla mamma.
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