

Carteggio
stesso senso.' E io voglio approfittare di quei dieci giorni di riposo, che mi
procurerà la mia dimora a Messina per la nascita del nuovo erede, per
dire qualche corbelleria sulla conferenza di Algesiras.
Una di queste corbellerie -
risum teneatis
- è
che il
modus vi–
vendi
con la Spagna fu probabilmente una commedia, combinata d'ac–
cordo con la Francia e l'Inghilterra per provocare una crisi, licenziare il
Tittoni e mandare il Visconti Venosta ad Algesiras senza urtare troppo
la Spagna.2 Il
modus vivendi
non era necessario, fu pubblicato in un
momento assurdo, dette luogo a una crisi ridicola; e la crisi fu decisa
in due giorni - cosa strana in Italia - e non appena il San Giuliano
andò agli esteri, subito revocò il Silvestrelli e nominò il Visconti Veno–
sta.' Quest'insieme di spropositi, di crisi fulminee, di deliberazioni geniali
come quella della nomina del Visconti Venosta, il quale... era pronto con
le valigie, si spiega in un modo solo: verso la metà di novembre le in–
fluenze anglo-francesi presero al Quirinale la prevalenza sulle influenze te–
desche. Allora il Tittoni
fu
condannato; e si combinò la commedia del
mo–
dus vivendi
per rendere necessaria una crisi e licenziare il Tittoni. Che
ne pensi di questa fantasmagoria? Naturalmente io l'esporrò solo come
ipotesi insostenibile; ma sono convinto che la verità
è
H.
Vorrei negli articoli sul
Tempo
dimostrare che la scelta del Visconti
Venosta
è
stata felicissima per gl'interessi italiani; perché il Visconti Veno–
sta, pur desiderando la pace ed avendo il prestigio per funzionare da inter–
mediario sereno e insospettabile, se le cose dovessero porsi male non per
colpa sua si schiererebbe sempre per la Francia e l'Inghilterra; e la previsio–
ne di questo fatto renderà i tedeschi prudenti e concilianti. Perciò i partiti
democratici debbono seguire con la massima simpatia l'opera del Visconti
Venosta, anche se questi
è
per la politica interna ai nostri antipodi. Non
solo, ma dobbiamo anche preparare il paese ad opporsi al governo, se ri–
tornando a prevalere a corte le influenze germaniche, il governo tentasse di
ritirarsi dalla via battuta dal Visconti Venosta, che
è
la sola rispondente agli
interessi del nostro paese.
Queste idee vorrei svilupparle in una serie di quattro o cinque arti–
coli,4 in cui vorrei anche spiegare come l'antimilitarismo tolstoiano siste–
matico di molti socialisti francesi e italiani, non essendo controbilanciato
da un movimento analogo dei socialisti germanici,
è
una grave minac–
cia per la pace, in quanto può far credere alla Germania possibile una
1
Di Bissolati risulta pubblicato In "Il Tempo" di quel periodo solo un articolo,
La
nuova
polilica estera italiana,
nel numero del 24 gennaio 1906.
2
Tommaso Tittoni (1855-1931) era stato ministro degli Esteri nel gabinetto Fortis (28
marzo-24 dicembre 1905).
3
Antonino Paternò Castello di San Giuliano (1852-1914), ministro degli Esteri nel gabi–
netto Fortis, dal 24 dicembre a11'8 febbraio 1906.
Augusto Silvestrelli, cugino di Tittoni, inviato italiano alla conferenza di Algesiras.
• Gli articoli cui Salvemini si riferisce sono:
La
conferen.z:adi Algesiras; Fra i timori e le
speranze per la conferenza d'Algesiras.
La
questione del Marocco; Verso l'aggiorname!'to della
conferenza d'Algesiras. La guerra?; La politica estera dell'Italia,
in
"li
Tempo" del 13 febbraio,
15 febbraio, 27 febbraio, 3 marzo 1906; ora riprodotti
in
SALVEMINr,
Come siamo andati itz Libia,
rispettivamente alle pp. 25-26, 27-29, 30-33. 33-36.
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