

Carteggio
177.
Pasquale Villari a Salvemini
Firenze, 27 novembre 1905
Caro professor Salvemini,
ancora non ho finito di leggere - dovrei dire: di
farmi
leggere:
debbo ancora cercare di adoperar poco gli occhi - il Suo volume.' Sono
però molto innanzi, e voglio dirLe che mi piace
assai.
Un giudizio defini–
tivo non saprei darlo prima d'aver finito. Vi trovo però lungo studio,
originalità di pensiero ed eloquenza. Né so dirLe quanto piacere tutto ciò
mi abbia fatto e mi faccia. Questo piacere
è
amareggiato da piu cose:
1) che il volume non sia nella Collezione; 2) ... Ella può immaginarselo,
senza che io Glielo dica. Glielo ho accennato altre volte. E finalmente mi
duole che vi siano tanti errori di stampa. Qualche volta il lettore resta
incerto. Per esempio: a pagina 4 si legge che i
plebei
del terzo stato erano
ventisei milioni;
a pagina 15 che
tutta
la popolazione della Francia era
di
ventisei
milioni e mezzo; a pagina 24 che nel 1777 v'erano un mi–
lione e duecentomila mendicanti, il ventesimo della popolazione, il che
la porterebbe a ventiquattro milioni.
Gli errori tipografici sono moltissimi. Anche a pagina 1 la data 2 giu–
gno 1789 deve essere sbagliata, io credo.
Mi scusi se non dico di piu. Sono ancora convalescente. Ma creda
che il Suo libro mi piace davvero.
178.
Salvemini a Pasquale Villari, a Firenze
Messina, 30 novembre 1905
Pregiatissimo professore,
Le sono tanto grato della Sua buona lettera,' e mi sento molto fiero
e felice del giudizio che Ella dà del mio libro... spropositi tipografici a parte.
Creda pure che la Sua lode mi compensa della fatica, che
è
stata moltissi–
ma. Naturalmente non mi faccio nessuna illusione che il Suo giudizio, tanto
lusinghiero per me, possa essere condiviso dalla plebe dei microcefali, che
nelle nostre università usurpano il nome di storici. Costoro o si metteranno
a cercare i francesismi col Novati; o diranno sdegnosamente, col Ci-
177. AS.
I
Cfr. lettera o. 158, nota n. 3.
178.
cv.
• Cfr. doc. n. 177.
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