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1905

176.

Francesco Papafava a Salvemini

Cervarese Santa Croce (Padova), 16 novembre 1905

Caro Salvemini,

ti sono gratissimo del regalo del tuo volume sulla

Rivoluzione fran–

cese.'

Proprio non

sum dignus

e tanto piu te ne ringrazio. Il bello

è

che

già un bel pezzo prima che tu mi annunciassi il tuo regalo, io avevo or–

dinato il libro al mio libraio, ma non è mai venuto niente.

'.È

venuto il

volume regalato da te, ma dal mio libraio niente. Lo sveglierò quando

vado a Padova perché certo, prima o poi, dovrò prestare la tua

Rivolu–

zione

a qualche amico ed

è

bene averne due copie.

Intanto leggo quella che mi hai regalato. Ma sono ancora molto

indietro. Voglio, prima di darmi tutto a quella lettura, fare qualche passo

piu avanti con Grote (Storia greca)' tanto da arrivare a una pietra miliare

e non sminuzzare troppo le idee. Ma presto riprenderò la

Rivoluzione

e non

la lascerò fino a che non sono arrivato in fondo. Sono rimasto sbalordito

del numero formidabile di libri che citi! Ho molto gustato la prefazione,

semplice ma di una semplicità da pensatore e da erudito. Ho gustato le

grandi linee preparatorie della rivoluzione e ammirato seriamente la so–

brietà e precisione e robustezza del disegno della Francia pre-rivoluziona–

ria. Ma perché non ci mettiamo d'accordo con De Viti a farti scrivere

la

Cronaca

del

Giornale degli Economisti?

Per te è un giuoco, per me è

sempre come una tesina da esami (per fortuna senza punti). Se non facessi

la

Cronaca

potrei leggere bene la tua Storia. E leggerla bene vuol dire

meditarla, studiarla, appuntarla, rileggerla perché (malgrado un'ammirevo–

lissima chiarezza)

è

di una densità di pensiero che obbliga o, almeno, in–

vita a fermarsi a quasi ogni periodo.

Te ne riscriverò.

Grazie della tua cartolina (del 24 ottobre!).

3

Desolatissimi che non hai

potuto venire. Sempre diciamo con Maria: "Peccato che Salvemini non

venga professore a Padova."

Ho sentito dalla signorina Ady Piacei che

è

probabile che vai a Mi–

lano. Sempre meno lontano che Messina.

Grazie di volermi bene. Questo

è

reciproco. In quanto all'ammirazio–

ne non posso dire altrettanto perché se tu mi ammiri quanto io ammiro

te questo non farebbe troppo onore al tuo buon senso.

Soero riscriverti prima dell'anno tremila. Saluta, se si ricorda di ~e,

il professore Dandolo.•

Tantissimi saluti da me e Maria e ancora grazie del tuo regalo.

176. AS.

1

Vedi lettera n. 158, nota n. 3.

2

G. GROTE,

History of Greece,

London 1846-1856, voli. 12 (l'edizione definitiva, in dieci

volumi, usci postuma a Londra nel

1888).

3

Non

è

conservata in CP.

• Giovanni Dandolo (1861-1908), discepolo e seguace di Ardigò, dal 1899 era professore

di filosofia all'università di Messina.

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